Regioni compatte: i bambini sempre in classe, regole per il trasporto e aiuti mirati alle imprese

I governatori provano a fare fronte comune. Un pacchetto di proposte per evitare il coprifuoco modello francese. Toti: bar e ristoranti rispettino i divieti con rigore

Regioni compatte: i bambini sempre in classe, regole per il trasporto e aiuti mirati alle imprese

Milano. Limitare i contagi nella vita sociale, decongestionare i mezzi pubblici intervenendo sulle scuole superiori, incentivare ancora lo smartworking. La linea delle Regioni è questa: fare di tutto per ridurre i contagi «evitabili», con l'obiettivo di salvaguardare due cose sacre: la scuola in presenza - per i più piccoli - e le attività economiche che non possono essere gestite da casa. E intanto ristorare quelle che sono state «sacrificate» per ridurre i contagi.

Le Regioni ieri si sono riunite, e sono state sentite dal governo, ormai sul punto di emanare un nuovo decreto. La situazione vede i contagi in rapido aumento, proprio come la preoccupazione del mondo produttivo per nuove possibili chiusure. E i governatori che avevano cercato di muoversi per primi, anche in ordine sparso, ora provano a mostrare compattezza. Guardano a Roma, e intanto prospettano al governo un intervento sul modello di quello deciso appena in Lombardia, con l'ordinanza entrata in vigore nella notte fra venerdì e sabato. «Stiamo lavorando - ha anticipato nel primo pomeriggio il ligure Toti - ad alcuni interventi che al momento escludono il coprifuoco modello francese e ulteriori strette a bar e ristoranti, tra le attività più colpite dalla crisi, che però devono continuare a rispettare le regole con grandissimo rigore». E il siciliano Nello Musumeci, alle prese con i focolai dichiarati zone rosse (quello di Sambuca di Sicilia nell'Agrigentino e quello di Mezzojuso, dove sono positivi anche i Carabinieri del paese) ha spiegato che le scuole siano «l'ultima cosa da chiudere». Il veneto Luca Zaia ha firmato una sua ordinanza. Ma ora tutti aspettano il decreto del presidente del Consiglio, e lasciano a Roma il compito di preparare interventi ulteriori, anche perché il premier Giuseppe Conte ha i poteri e le competenze proprie del potere statale, e - questo almeno si spera - qualche margine economico per sostenerlo. Per oggi inoltre è annunciato un nuovo incontro, a cui dovrebbe partecipare anche il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina.

Di fronte alla seconda ondata, che tutti speravano di evitare, sul Paese aleggia un certo spirito di concordia dettato dalla gravità del momento. «La fase che stiamo attraversando richiede una risposta di sistema e di massimo raccordo tra governo e Regioni» dice il presidente della Conferenza delle Regioni, il governatore emiliano Stefano Bonaccini (Pd). «Apprezziamo - aggiunge - il fatto che il Governo confermi la volontà di lavorare insieme con le Regioni, condividendo preventivamente l'analisi degli scenari e gli ambiti applicativi di un prossimo provvedimento».

E un po' per dar atto agli interlocutori di questo confronto, un po' per stoppare anticipazioni e fantasie, Palazzo Chigi sottolinea che il confronto iniziato venerdì sera coi capidelegazione della maggioranza, ieri è proseguito con le Regioni, gli enti locali e anche con il Cts, per ascoltare le voci dei territori e degli esperti «in modo da approntare le soluzioni migliori per affrontare questa nuova ondata di contagio e tutelare nel modo più efficace gli interessi sanitari e socio-economici di tutti i cittadini». Le «uniche misure di restrizione veritiere» - precisano le fonti governative - saranno «quelle contenute nel Dpcm che verrà emanato non appena definito il quadro di intervento».

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