Regioni sulle barricate per i tagli. Ma ogni anno buttano 82 miliardi

Nella legge di Stabilità 4 miliardi di tagli alle Regioni che minacciano aumenti delle tasse. Ma il modo in cui spendono i fondi pubblici è a dir poco fantasioso

Regioni sulle barricate per i tagli. Ma ogni anno buttano 82 miliardi

Tra le novità della legge di Stabilità è stato presentato un taglio di fondi alle Regioni di quattro miliardi di euro. Apriti cielo. Ancora prima che terminasse la conferenza stampa il premier Matteo Renzi è stato travolto dalle proteste infuocate della Conferenza delle Regioni, con il presidente Sergio Chiamparino in testa. Taglino di più i ministeri. Se si procede con questa politica saremo costretti ad aumentare le tasse o a tagliare sui servizi fondamentali" tuonano dai vari palazzi della regione.

Si fa la cura dimagrante ai servizi essenziali, sanità e istruzione in testa, per continuare a ingrassare il carrozzone delle spese inutili. In un articolo sulla Stampa, uscito provvidenzialmente in questi giorni di lagnanza, viene presentato un piccolo compendio di come le virtuose amministrazioni regionali investono il denaro del contribuente.

Spese ai limiti della realtà che inghiottono ogni anno più di 82 miliardi di euro. Nella top ten il primo posto è occupato dalla Sicilia con 14 miliardi di sprechi seguiti a ruota dagli undici del Lazio e dai dieci della regione Campania. Per mandare in fumo cifre simili bisogna riconoscere ai bilanci una fantasia e una creatività davvero straordinari. Ha fatto storia la regione Sicilia con un saggio investimento di quattro miliardi per la valorizzazione dei mulini a vento o dei sei per l'individuazione di spiagge libere. Ma la scuola siciliana ha fatto scuola anche a settentrione dove la Lombardia, considerata la regina delle virtuose, ha stanziato 75mila euro per "l'osservazione degli scoiattoli".

L'elenco potrebbe durare pagine. Ogni regione contribuisce con le sue trovate creative. Si finanzia la cipolla rossa di Tropea in Calabria, la festa del nonno di Arciccia in Lazio, la sagra della Fregnaccia in Umbria, un libro sulla strada dell'asparago bianco di Cimadolmo in Veneto, oltre a un gemellaggio con le isole Fiji per la gioia dei consiglieri veneti che dovranno recarsi nel paese tropicale.

Aldilà delle spese al limite della realtà ci sarebbero le ever green come le 21 sedi regionali a Bruxelles o le oltre 178 rappresentanze sparpagliate per il mondo come il Piemonte che non può rinunciare alla sua presenza in Nicaragua o il Veneto che ha un filo diretto in India e in Vietnam, con buona pace di chi gli ha fatto notare che il tempo

delle Signorie è finito da una manciata di secoli e per certe faccende ci sarebbe la Farnesina.

Rientare di quattro miliardi nelle spese senza alleggerire le tasche dei cittadini, forse è meno difficile di quanto sembra.

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