"I tagli saranno non per 17 miliardi ma io ne immagino per 20 miliardi perchè intendo liberare risorse da investire nei settori strategici come l’istruzione e la ricerca senza aumentare le tasse". Intervistato dal direttore del Sole 24Ore, Roberto Napoletano, il premier Matteo Renzi ha annunciato di voler incontrare tutti i ministri del governo per "valutare con loro tagli del 3% per ciascun ministero".
Renzi tira dritto. Avanti coi Mille giorni. Tenendo ben presente i conti economici e i tagli da varare. La squadra? Per ora resta la stessa. Un rimpasto di governo "approfittando" della nomina europea del ministro degli Esteri Federica Mogherini è per il premier fantapolitica: "La squadra è questa e non si tocca. A tempo debito sostituiremo solo il ministro degli Esteri". Dopo lo scontro col ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, il primo scoglio da affrontare è la riforma della scuola. Più che di contenuti, però, Renzi preferisce parlare del "patto educativo". "Facciamo le assunzioni gradualmente - ha continuato - ma intanto cambiamo le regole introducendo criteri meritocratici, selezionando gli insegnanti, dando al preside il potere di scegliere chi ritiene più bravo, questa per me è la vera rivoluzione". E, anticipando le linee guida che saranno illustrate, ha spiegato che il governo punta a "recuperare maggiore spazio per alcuni insegnamenti come l’educazione civica, artistica e quella fondamentale della lingua inglese".
Il secondo scoglio dopo la scuola sarà la riforma del lavoro. Il dibattito è stato caldo per tutta l'estate, con la maggioranza che si è divisa sulle modifiche dell'articolo 18. "Non sono preoccupato dalle regole del lavoro, ma non si può vivere di tabù e totem - ha spiegato - bisogna sapere che il lavoro non si crea cambiando le regole. I posti di lavoro si creano con gli investimenti delle imprese". La sfida di Renzi è andare a prendere nuovi investitori. "Per fare questo servono regole chiare per la giustizia, meno burocrazia e trasparenza politica", ha spiegato annunciando le riforme della giustizia e della pubblica amministrazione e la legge contro la corruzione. "Preferisco che arrivi qualcuno dall’estero con soldi veri a creare posti di lavoro - ha commentato ai microfoni di Rtl - a certi presunti capitalisti italiani che hanno finto di fare investimenti e invece da trent’anni son sempre loro, quelli del salotto buono".
Renzi ha poi difeso la scelta di non aver inserito la riforma delle partecipate degl enti locali nello Sblocca Italia. "Sarebbe stato un errore", ha spiegato ricordando che, quando era sindaco di Firenze, mal sopportava la schizofrenia legislativa. Per il presidente del Consiglio è, infatti, necessario "intervenire in modo organico" facendo "attenzione a distinguere le singole situazioni". La vendita, infatti, iguarda alcuni Comuni.
Nei piani di Renzi Cassa depositi e prestiti e fondo strategico potranno fare "i promoter delle aggregazioni". L’obiettivo è passare da 8mila aziende a mille: "Se poi si vendono o si quotano meglio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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