Renzi riscrive la storia della fine del Patto del Nazareno

In una nuova anticipazione del suo libro, "Avanti", Renzi torna sulla rottura del Patto del Nazareno. E addossa la responsabilità a Berlusconi e D'Alema, che si sarebbero accordati sul nome del nuovo Presidente della Repubblica

Renzi riscrive la storia della fine del Patto del Nazareno

Renzi snocciola la sua verità sulla fine del Patto del Nazareno. Ovviamente la colpa non è sua ma del Cavaliere. E' stato lui, secondo il segretario del Pd, a rompere l'accordo. Con lo "zampino" di D'Alema. A dare la sua versione dei fatti è Renzi nel suo libro "Avanti", di cui il numero di oggi di Democratica (il nuovo giornale online del Pd) fornisce un’anticipazione. "Dopo la sconfitta del 4 dicembre, alcuni opinionisti mi hanno rinfacciato la rottura del Patto del Nazareno", scrive il segretario Pd. Ma "chi ha partecipato a quei tavoli sa perfettamente che è stata Forza Italia a rompere con noi".

Renzi ripercorre poi quei momenti, fino all’ultimo incontro con Berlusconi in cui si sarebbe consumata la rottura del Patto: "È inutile, anche se mi sforzassi, Berlusconi non mi starà mai antipatico. Sul Quirinale però non potevo consentire né a lui né a D’Alema di sostituirsi al parlamento e decidere per tutti. La simpatia è una cosa, la politica è un’altra". "Quando, a fine gennaio del 2015, si tratta di votare per il Quirinale, Berlusconi mi chiede un incontro, che resterà, ma io non posso ancora immaginarlo, l’ultimo per anni. Perché quando si siede, accompagnato da Gianni Letta e Denis Verdini, mi comunica di aver già concordato il nome del nuovo presidente con la minoranza del Pd. Mi spiega infatti di aver ricevuto una telefonata da Massimo D’Alema, di aver parlato a lungo con lui e che io adesso non devo preoccuparmi di niente, perché la minoranza del Pd sta con noi, te lo garantisco".

Parole che, rivela il leader dem, lasciano di stucco tutti i partecipanti al tavolo: "Non solo non avevamo mai inserito l’elezione del Capo dello Stato nel Patto del Nazareno, ma l’idea che Berlusconi abbia già fatto una trattativa parallela con la minoranza del mio partito sorprende anche i suoi. In quel momento, sono più o meno le due di pomeriggio del 20 gennaio, nel salotto del terzo piano di Palazzo Chigi, capisco che il Patto del Nazareno non esiste più: il reciproco affidamento si è rotto". Renzi aggiunge che "non è un problema di nomi, la personalità su cui Berlusconi e D’Alema si sono accordati telefonicamente è di indubbio valore e qualità. Ma è anche difficile da far accettare ai gruppi parlamentari, sempre pronti a esercitare l’arte del franco tiratore, e all’opinione pubblica".

Quindi, ricapitolando, Berlusconi e D'Alema avrebbero trovato un possibile accordo su un nome di "indubbio valore e qualità". Il Cavaliere lo comunica a Renzi che, indispettito, fa saltare tutto perché non ammette l'idea di essere scavalcato. Potrebbe anche essere andata così. Non si capisce, però, perché mai Renzi non l'abbia detto prima. Aveva già in mente di scriverci un capitoletto del suo libro?

"Poi c’è un fatto di metodo, prima ancora che di merito - prosegue Renzi -. Io ho scelto un percorso trasparente e partecipato, con tanto di streaming (lo stesso streaming che di recente ha rinnegato, ndr), dentro il Pd e davanti al paese per evitare di tornare allo stallo del 2013. Sono impegnato in un iter parlamentare difficilissimo per condurre una maggioranza su un nome condiviso. E in una sala ovattata al terzo piano di Palazzo Chigi devo scoprire che si è già chiuso un accordo tra Berlusconi e D’Alema, prendere o lasciare? E, come se non bastasse, da questo prendere o lasciare dipende la scelta se continuare o meno con il percorso di riforme, che pure erano state scritte insieme".

Abilissimo nell'addossare la colpa agli altri, anche stavolta Renzi si autoassolve: "Quando mi trovo a dover scegliere tra l’asse Berlusconi-D’Alema, non ricordo - annota

- un solo accordo Berlusconi-D’Alema che alla fine sia stato utile per il paese, e la soluzione più logica per il Parlamento e per l’Italia, non ho dubbi, con buona pace di tutti i retroscenisti".

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