A salvare la poltrona ad Alfonso Bonafede ci ha pensato Matteo Renzi. Non è una sorpresa, visto che l’ex rottamatore non aveva sostanzialmente altra scelta dal far votare "no" alla duplice mozione di sfiducia del centrodestra e di Emma Bonino contro il ministro della Giustizia, finito sul banco degli imputati per le accuse ricevute dal magistrato Nino Di Matteo e per aver scarcercato, per rischio Covid, centinaia di malavitosi.
E così l’altro giorno a Palazzo Madama i senatori di Italia Viva hanno respinto le due mozioni contro il Guardasigilli, salvandone la poltrona in via Arenula. Così facendo, i renziani hanno salvato il governo giallorosso e sostanzialmente anche loro stessi, dal momento che con la sfiducia al titolare del dicastero di via Arenula si sarebbe innescata una crisi di governo e una possibile caduta dell’esecutivo stesso. E visto quanto (poco) vale Iv nei sondaggi – oscilla tra il 2% e il 5% - l’ultima cosa che vuole Renzi è andare alle urne.
Ma cosa ha chiesto politicamente in cambio l’ex premier al Movimento 5 Stelle e alle altre forze di maggioranza per salvare Bonafede? Difficile pensare che Renzi non abbia avanzato richiesto e già in molti hanno paventato la possibilità che abbia dovuto mandare giù il risposto del salvataggio del ministro grillino della Giustizia essendo riuscito a portare a casa la sanatoria dei lavoratori irregolari fortissimamente voluta da Teresa Bellanova, ministra renziana dell’Agricoltura.
Ma la sanatoria che ha fatto litigare per giorni la maggioranza, sembra non bastare al fondatore e leader di Italia Viva. Nel mirino di Renzi, infatti, vi sarebbe anche altro. Che cosa? La delega ai Servizi (c’è però il "no" di Conte), la nomina di un renziano come sottosegretario a Palazzo Chigi, ma soprattutto un ministero per la sua fedelissima Maria Elena Boschi, frutto di un mini rimpasto di governo. Ecco, nelle ultime ore Renzi ha però dichiarato di non volere poltrone in cambio. Sarà realmente così?
Dando per vero che Italia Viva non voglia un altro dicastero, pare essere diverso il discorso sulle Commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama. Insomma, non è mistero che vi siano alcune Commissioni importanti, come quelle Bilancio e Affari Costituzionali, in scadenza. La prima è presieduta da Claudio Borghi della Lega, la seconda da Stefano Borghesi, sempre in quota Carroccio. E su queste poltrone di peso e di influenza sembra che Italia Viva voglia metterci il proprio nome.
Al Bilancio, per esempio, il nome e il cognome più papabile è quello di Luigi Marattin, mentre per gli Affari Costituzionali la figura che si staglia all’orizzonte è quella della Boschi.Pd e M5s, però, non sembrano affatto intenzionato a concederle entrambe a Italia Viva: staremo a vedere. Con il fantasma del rimapasto sempre in agguato.
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