La mail, ancora mai vista prima, è datata 14 maggio 2020. Ore 9.31. È il giorno successivo alla pubblicazione del report degli “scemarelli di Venezia” guidati da Francesco Zambon: da lì a poche ore, alle 12.46, il documento verrà ritirato e al ricercatore verrà “tolta la possibilità di tornare online”. A firmare la missiva è Ranieri Guerra, ex direttore aggiunto dell’Oms ed ex membro del Cts, in quei giorni molto attivo per “edulcorare” il dossier e renderlo meno indigesto al governo italiano. “Ci sono già segni di turbolenze istituzionali da parte italiana - si legge - e risentimenti inutili per la procedura che si è deciso di seguire e la mancanza di informazioni e di preventiva consultazione, più che sul contenuto stesso, che verrà rivisto dal Ministrero della Salute, apparentemente preso di sorpresa”. L’attenzione, è evidente, va posta su quella frase: “Verrà rivisto dal Ministero della Salute”, cioè l'ente guidato da Roberto Speranza. Il leader di Sinistra Italiana, allora, sapeva o no del tentativo di censurare il report scomodo dell’Oms? E si è mosso in prima persona per farlo modificare o ritirare?
Non secondo il diretto interessato. Intervistato da Lucia Annunziata, Speranza ha infatti risposto alle due domande che (finalmente) gli sono state poste sull’affaire Oms. “Quel rapporto è rispettabilissimo”, ha spiegato il ministro, precisando però che “non c’è nulla di particolarmente rilevante” per il governo. “È stata l’Oms a decidere di ritirarlo. Le istituzioni italiane hanno preso atto di quel documento ma noi non abbiamo funzioni in questa partita. Sono dinamiche interne all’Oms”.
Per quanto si dica sicuro che le indagini della Procura di Bergamo faranno emergere “la trasparenza e la piena lealtà delle istituzioni del nostro Paese”, il ministro deve essersi perso un paio di passaggi negli ultimi giorni. Dalla rogatoria - ancora senza risposta - spedita dai pm all’Oms l’8 marzo, come rivelato dal Giornale.it (leggi qui), emergono infatti chat ed e-mail in cui il coinvolgimento del ministro (e dei suoi uffici) appare acclarato. Tutte fantasie di Guerra? Può darsi. Fatto sta che in quelle chat, e nell’interrogatorio di fronte ai pm, l’ex esponente del Cts tira in ballo più volte Speranza: invita Zambon a cercarne la “benedizione”, rivela il “disappunto” del ministro “per la pubblicazione del report” e sostiene addirittura che Speranza lo abbia personalmente contattato “dolendosi del fatto che nessuno della Sanità italiana era stato contattato”. Possibile che Guerra si sia inventato tutto?
Magari anche sì. Tuttavia Guerra sostiene pure di aver incontrato Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto di Speranza: non un collaboratore qualsiasi, insomma, ma il suo braccio destro. “Cdg (il capo di gabinetto, cioè Zaccardi, ndr) dice di vedere se riusciamo a farlo cadere nel nulla - si legge in una chat con Silvio Brusaferro del 18 maggio - Se entro lunedì nessuno ne parla vuole farlo morire. Altrimenti lo riprendiamo insieme. Sic”. Se era davvero "un documento del tutto indifferente per lo Stato italiano”, perché allora Zaccardi si sarebbe mobilitato con così tanta solerzia?
A sconfessare la linea difensiva di Speranza c’è infine un’altra mail. Questa volta a scriverla è Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Oms. Sono le 7.50 di mattina del 15 maggio 2020, il giorno dopo il ritiro del report dal sito dell’Organizzazione. Tra le altre cose, Kluge fa sapere a Zambon che “il Ministro era molto deluso” da quanto successo. “Silvio (presumibilmente Brusaferro, ndr) ha detto che sono costantemente attaccati dalla stampa e ogni parola può essere mal interpretata. Si sentono come calpestati da un amico”. La preoccupazione è tale che Kluge si prende l’impegno di scrivere a Speranza “che organizzeremo un gruppo di esperti di Oms, Iss e ministero della Salute per rivedere il documento”. Rivedere: cioè modificare, edulcorare, censurare. E infatti pochi giorni dopo, il 28 maggio, Guerra contatta Brusaferro: "Ecco quanto emerso dalla riunione di ieri con Zaccardi e Speranza a seguire - si legge in un sms - Se mi dai un paio di persone con cui interagire attacchiamo su tutti i fronti, soprattutto primariamente sul rapporto".
L’accordo con il ministero ("agreed") è quello di affiancare al team di Venezia alcune persone dell’Iss e del ministero per "rimodellare la bozza" in modo da renderla una "pubblicazione condivisa". "Il Kuwait è felice - scriveva Kluge - adesso abbiamo bisogno che anche il ministero della Salute sia felice". Ripetiamo: davvero il rapporto era così "indifferente"?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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