La retromarcia del governo: niente stangata sul non profit

Di Maio e Salvini ci ripensano: la norma che raddoppia l'Ires sul volontariato sarà cancellata con un decreto

La retromarcia del governo: niente stangata sul non profit

Tutti contro la stangata sul volontariato. Il raddoppio dell'Ires sulle attività del no profit era già nato sotto una cattiva stella, anche per ragioni di calendario. Spuntato alla fine della sessione parlamentare di bilancio, che corrisponde alla vigilia del Natale, è subito finito sotto il tiro prima della Chiesa (durissima la Conferenza episcopale italiana) e poi delle opposizioni politiche e non. Uno dei temi che i sindacati hanno deciso di portare in piazza a gennaio.

Norma difficile da difendere, tanto che alla fine anche il governo ne ha disconosciuto la paternità e ha annunciato di volerla cancellare. Prima il vicepremier Luigi Di Maio: «Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli». Ha giovato il pressing dei francescani. «Abbiamo sentito la comunità dei Frati di Assisi, che ringraziamo per il loro instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima». Impegno confermato dal premier Giuseppe Conte: «Provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale».

D'accordo anche il leader leghista e vicepremier Matteo Salvini: «Dopo aver incontrato e ascoltato tanti presidenti ed associazioni, garantisco l'impegno del governo ad intervenire per aiutare le tante associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi, ci sarà invece massimo rigore con i furbetti».

Fuori linea solo il vice ministro dell'Economia Laura Castelli, che spiega lo spirito della norma: «Se sei del terzo settore» enti «ecclesiastici e non» si «presuppone che tu non faccia utili visto che sei senza scopo di lucro. Noi tassiamo i profitti mica tassiamo i soldi della beneficenza!».

Un intervento ci sarà, quindi, ma non è possibile modificare la norma inserita nella legge di Bilancio. Si rischierebbe l'esercizio provvisorio, ha spiegato Di Maio. Il governo non vuole prendere il rischio di un altro passaggio alla Camera, anche se Forza Italia, con il vicepresidente Antonio Tajani, ha dato la disponibilità ad accelerare l'iter: «Se il governo modificherà alla Camera la norma che aumenta le tasse al volontariato, Forza Italia eviterà qualsiasi forma di ostruzionismo». D'accordo anche Sestino Giacomoni, vicecapogruppo azzurro in commissione Finanze: «Non si può tassare la solidarietà».

Ci sarà quindi un decreto che probabilmente conterrà anche delle misure per evitare abusi, ma che sarà mirato soprattutto a riportare l'aliquota dell'imposta sui redditi delle società legate a enti che fanno beneficenza e assistenza dal 24% al 12%. La legge di Bilancio ha dimezzato il beneficio fiscale. Una fondazione con attività nel campo sanitario e un fatturato di un milione di euro, stando a quanto prevede la manovra, dovrebbe pagare un imposta da 240mila euro, invece di 120mila.

Durissime le opposizioni, in particolare Forza Italia che aveva messo la cancellazione della noma tra le priorità. «Si sono finalmente accorti che l'aumento dell'Ires per gli enti no profit è un'idiozia. Sempre più dilettanti allo sbaraglio», ha twittato Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia. Lo stesso leader di Forza Italia Silvio Berlusconi nei giorni scorsi aveva bocciato l'aumento Ires.

«Grazie a Forza Italia, alla sua quotidiana azione di lavoro ai fianchi del governo» è stata evitata «una grave assurdità», ha commentato Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato.

Sempre che la modifica sia confermata. Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, ha qualche dubbio. «Intanto la approvano, dopo chissà».

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