«La direttrice dei servizi segreti Elisabetta Belloni ha deciso nella primavera del 2022 di opporre il segreto di Stato fino al 2037 durante l'interrogatorio come testimone all'interno di indagini difensive a cui è stata sottoposta a seguito della strana vicenda Report-Autogrill. Vengo a conoscenza dell'opposizione del segreto di Stato in modo rocambolesco e casuale il 25 giugno scorso. Rimango senza parole. Alla luce di questa decisIone enorme la verità sulle vicende connesse all'autogrill sarà pubblicata solo nel 2037. Ma cosa di diamine di così grosso ci sarà nei rapporti legati alla vicenda dell'autogrill da apporre il segreto di Stato fino al 2037?».
Il racconto di Matteo Renzi è contenuto nella versione aggiornata del libro «Il Mostro» in uscita. Un retroscena anticipato ieri sera durante la trasmissione «Non è l'Arena» di Massimo Giletti.
Un fatto che per essere inquadrato va collegato ad altri due episodi. Il primo avvienbe nel mese di gennaio del 2022: la mancata elezione al Quirinale del capo dei servizi segreti Elisabetta Belloni. Sono i giorni caldi della trattativa per scegliere il successore di Sergio Mattarella. Il centrodestra prova in prima battuta la carta del presidente del Senato Elisabetta Casellati. L'operazione fallisce. A quel punto riprendono le trattative tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Lega e M5s virano sul nome di Elisabetta Belloni, ex segretario generale della Farnesina, promossa da Mario Draghi a capo dell'intelligence italiana. Sul nome della Belloni convergono anche Enrico Letta e Giorgia Meloni. I numeri ci sono: è quasi fatta. Spunta la «variabile Renzi» che fa saltare i piani di Salvini e Conte.
Il leader di Italia Viva si schiera pubblicamente contro l'ipotesi che il capo dei servizi possa passare direttamente al Quirinale. La posizione è netta: «In una democrazia che funziona il capo dei servizi segreti non diventa capo dello Stato. Questo succede in Paesi anti-democratici. La rispetto ed è una mia amica ma bisogna avere il coraggio di dire che la sua elezione sarebbe sbagliata».
La seconda crea si apre nei Cinque stelle con la posizione dell'allora ministro degli Esteri Luigi di Maio. Morale della favola? Belloni salta. All'indomani tutti i partiti, tranne Fratelli d'Italia, chiedono a Sergio Mattarella il bis. Sintesi: l'uscita di Renzi ha sbarrato la strada verso il Colle al capo del Dis. Il secondo episodio risale al maggio del 2021. La trasmissione di Rai3 Report nella puntata del 17 maggio mostra le immagini di un incontro avvenuto il 23 dicembre 2020 tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il funzionario dei Servizi segreti Marco Mancini in un autogrill di Fiano Romano. A riprendere con il telefonino un'insegnante ferma in auto. L'incontro avviene nei giorni caldi della crisi del governo Conte 2: Renzi ha deciso di aprire la crisi per mandare a casa il premier grillino. Crisi che poi culminerà con l'arrivo di Mario Draghi alla guida dell'esecutivo. A Report il video sarebbe stato spedito dalla docente. Versione alla quale Renzi non ha mai dato credito, sollevando il sospetto che lui e Mancini fossero pedinati in quei giorni. Perché Renzi e Mancini si videro in quell'autogrill? La versione di Renzi è che fosse un normale scambio di auguri con tanto di dolci natalizi. Il leader di Italia viva presenterà poi una querela contro la trasmissione di Rai. Per il senatore è stata violata la sua libertà e segretezza di corrispondenza e incontri con riprese illegittime.
Renzi chiede l'acquisizione delle telecamere dell'autogrill per verificare la presenza o meno dell'insegnante. La querela è stata depositata alla Procura di Firenze. Tre episodi che hanno lo stesso protagonista: Renzi. Verità che forse non si conoscerà fino al 2037.
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