Giornata tutt'altro che tranquilla in casa Pd. Matteo Richetti e Stefano Bonaccini, due tra i favoriti nelle primarie per la carica di governatore in Emilia Romagna (in programma il 28 settembre), sono indagati dalla procura di Bologna nell'ambito di un'inchiesta sulle "spese pazze" nel consiglio regionale. Il primo si è già fatto da parte, rinunciando alla corsa. Il secondo, invece, non pare intenzionato a farsi da parte. Ma andiamo per ordine.
Stamani Richetti si è ritirato in extremis dalla corsa per le primarie del centrosinistra in Emilia Romagna, poi è uscita la notizia che il deputato Pd è indagato per peculato nell’inchiesta della Procura di Bologna sulle "spese pazze" dell’assemblea legislativa regionale, di cui è stato anche presidente. Richetti si è sfilato dalla corsa non presentando le firme necessarie a partecipare al voto per la designazione del candidato del centrosinistra alla guida della Regione in vista delle elezioni per il post-Errani. In serata è uscita la notizia che anche Bonaccini, segretario regionale autosospeso del Pd, è indagato per lo stesso motivo. "Ho appreso poco fa - dichiara Bonaccini - che la procura sta svolgendo accertamenti anche sul mio conto e ho già comunicato, attraverso il mio legale professor Manes, di essere formalmente a disposizione per chiarire ogni eventuale addebito". E conclude: "Confido di poter dare al più presto ogni opportuno chiarimento".
L’indagine sulle "spese pazze" in viale Aldo Moro è stata avviata per fare chiarezza su presunti usi irregolari dei rimborsi e dei fondi messi a disposizione dei gruppi politici della Regione. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati tutti i capigruppo in carica nel 2012. A loro la Procura regionale della Corte dei Conti ha consegnato una serie di inviti a dedurre, l’atto di fine indagine che chiede all’interessato di difendersi per evitare la citazione a giudizio.
"La rinuncia alla candidatura alle primarie non è assolutamente legata all'indagine per peculato", chiarisce Gino Bottiglioni, legale di Richetti, confermando che il suo assistito è coinvolto nell'inchiesta della Procura: "La decisione è politica". Questa mattina l'avvocato Bottiglioni ha verificato l'esistenza del procedimento a carico di Richetti, "che peraltro era nell'aria, ma non si può per ora sapere con certezza se riguardi la questione delle auto blu". Il nome di Richetti compare nell'esposto presentato da Andrea Defranceschi, del Movimento 5 Stelle, sulle auto "da casa a casa" nel periodo in cui era stato presidente dell'assemblea regionale, cioè fino al 2012.
No comment di Renzi.
538em;">Lasciando gli studi di Porta Porta, dove ha registrato la puntata, i giornalisti hanno provato a chiedere a Matteo Renzi un commento su quanto accaduto, ma il premier si è limitato a rispondere: "Buon lavoro".
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