Ricorsi, privacy, controlli e turisti Ue. Tutti gli ostacoli al certificato duro

Rischio cause per l'esclusione dei non vaccinati da molte attività pubbliche. I dubbi del garante sui dati sensibili. Il nodo della compatibilità con il pass europeo. L'obbligo di siero l'alternativa percorribile

Ricorsi, privacy, controlli e turisti Ue. Tutti gli ostacoli al certificato duro

Se per l'attuazione del green pass il governo ha dovuto aggirare molti ostacoli per l'operatività del super green pass si profilano ostacoli «super».

LA COSTITUZIONE

Il principio stesso alla base di questo provvedimento è la «discriminazione» di un gruppo di persone sulla base di una scelta personalissima, come è quella di proteggersi o meno con un vaccino. Principio che per molti cozza con la nostra Costituzione. Da settimane lo ripete Massimo Cacciari. Il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli, davanti al green pass ha ribadito che è sempre prevalente il principio della tutela della salute pubblica. Ma rispetto al green pass binario, a doppio canale, quello della Carta diventa davvero «un nodo di Gordio» difficile si possa sciogliere in modo indolore. Al premier Mario Draghi toccherà tagliarlo di netto per risolvere la questione, come fece Alessandro Magno. Sempre Mirabelli infatti osserva che imporre un lockdown duro soltanto ai non vaccinati rappresenta la prova «che è necessaria la vaccinazione obbligatoria e non sembra ragionevole che invece di imporla, come è possibile fare, si usino strumenti diversamente coercitivi». I ricorsi diventerebbero inevitabili e molto probabilmente si risolverebbero a favore del ricorrente.

LA PRIVACY

Davanti alla possibilità di un pass di serie A per i vaccinati e uno di serie B per chi lo ottiene con il tampone si pone anche la questione della privacy. Il Garante ha manifestato in diverse occasioni la necessità di tutelare la privacy dei cittadini. In sostanza nessuno ha, o a questo punto avrebbe, il diritto di chiedermi se sono o no vaccinato. Ma è evidente dal punto di vista anche tecnico che con due tipi di permesso occorrerà distinguere anche il documento che lo comprova dal quale deve essere possibile evincere se l'ho ottenuto con vaccino o con tampone. Anche perché gli esercizi commerciali e di ristorazione avranno bisogno di distinguere chi può entrare e chi no. Il dato sanitario ammonisce il garante «è ultra-sensibile, sottratto alla disponibilità della parte, a tutela della persona nella sua integrità».

I CONTAGI

I governatori insistono sulla necessità di «premiare» i vaccinati imponendo eventuali rigide restrizioni soltanto ai non vaccinati. La prima questione da risolvere è quando. Subito? Anche in zona bianca o soltanto quando si entra in una zona di rischio superiore gialla o addirittura arancione? Su questo punto anche tra i presidente di regione non c'è unanimità. La seconda questione è spinosa e ieri l'ha ribadita anche il presidente dell'Abruzzo, Marco Marsilio che teme si crei un falsa aspettativa sul super green pass come risolutivo mentre non sarà così perché servirà «a diminuire la circolazione del 3-4 per cento della popolazione per qualche ora al giorno e non credo che così si risolverà il problema di impedire la circolazione del virus» dice Marsilio. E anche chi è vaccinato può contagiarsi e diffondere il virus.

I TURISTI

Con il super green pass potrebbe crearsi una situazione paradossale.

Turisti e i cittadini Ue in Italia in possesso di carta verde, ottenuta anche con tampone, sarebbero «esonerati da qualsiasi restrizione alla libera circolazione» mentre i cittadini italiani «tamponati» non potrebbero andare al ristorante o al cinema. Al cittadino Ue non sarebbe posto alcun limite.

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