Anche Aldo Spinelli (foto) deve restare ai domiciliari. Per il Tribunale del Riesame dopo due mesi e mezzo di reclusione il presunto corruttore dell'inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria, potrebbe ancora reiterare il reato. I giudici, dopo aver confermato gli arresti a Toti, ritengono che anche la misura cautelare inflitta all'84enne sia ancora l'unica «adeguata» a garantire che non commetta condotte «analoghe». L'imprenditore è accusato di aver elargito 74mila euro di finanziamenti - trasparenti e tracciati - ai comitati elettorali di Toti, in cambio di favori, tra cui il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse alla sua società.
Per i pm avrebbe anche corrotto con regali, soldi e viaggi a Montecarlo, l'ex presidente dell'autorità portuale Paolo Emilio Signorini, da ieri ai domiciliari dopo 70 giorni di carcere. È una doccia fredda per l'anziano imprenditore che sperava di poter riottenere la libertà con la richiesta, avanzata dai suoi legali, di sostituire i domiciliari con un'interdittiva che lo avrebbe tenuto lontano dalle aziende, attraverso cui aveva finanziato il governatore. Ma per il Riesame «le cariche rivestite nelle società» non c'entrano con gli illeciti contestati. Le «gravi e reiterate condotte» sarebbero state «consumate nel suo interesse». Secondo i giudici nonostante il clamore e le conseguenze delle indagini, Spinelli se tornasse libero potrebbe di nuovo, in un non meglio precisato contesto, attivarsi con finanziamenti in cambio di favori. I 215 mila euro che erano stati trovati nella sua cassaforte sarebbero una «provvista idonea per effettuare nuovi pagamenti non tracciabili», con «una finalità che non si stenta a presumere delittuosa». Non c'è invece, secondo il Riesame, il rischio che Spinelli possa inquinare le prove.
«È un uomo di 84 anni che è chiuso in casa da due mesi e mezzo - spiega il suo avvocato Sandro Vaccaro - in uno stato di solitudine e sofferenza. Senza poter vedere il figlio, nonostante avessimo chiesto un incontro tra i due, solo per un abbraccio, alla presenza di un ufficiale della polizia giudiziaria, ci è stato detto di no».
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