Riforma, arriva il sì della Camera: abolito il reato di abuso d'ufficio

Con la maggioranza votano a favore anche Italia viva e Azione. Una norma sull'indebita destinazione di denaro scatena la sinistra

Riforma, arriva il sì della Camera: abolito il reato di abuso d'ufficio
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Con 170 voti a favore e 77 contrari, l'aula della Camera ha varato ieri l'articolo del ddl Giustizia che cancella l'abuso di ufficio.

Norma che risale al fascistissimo Codice Rocco del 1930 e che secondo i supporter (pm e Anm in prima linea) sarebbe essenziale per combattere i reati contro la pubblica amministrazione. Ma che negli anni è stata troppo spesso usata - nella sua vaghezza, perché investe ogni sfumatura dell'attività amministrativa - per paralizzare o addirittura far fuori, attraverso processi che nella stragrande maggioranza dei casi finivano dopo lustri nel nulla, gli amministratori eletti. Non a caso i primi a chiederne a gran voce l'abolizione sono stati sindaci e amministratori della sinistra, tacitati però dalla linea del «niet» scelta dal Pd di Elly Schlein.

Così ieri, a sostenere la modifica insieme alla maggioranza, sono stati solo Italia viva e Azione: «Questo provvedimento - ha spiegato in aula Enrico Costa - riprende e accoglie molti temi che avevamo sollevato molto prima che il disegno di legge venisse approvato dal Consiglio dei ministri. A cominciare dall'abuso di ufficio, per dire basta a una scorciatoia giudiziaria con cui si utilizza il codice penale per abbattere l'avversario politico».

Intanto però scoppia la polemica sulla nuova norma, infilata nel decreto sul sovraffollamento carcerario varato mercoledì, che introduce la fattispecie di «indebita destinazione di denaro» da parte di pubblici ufficiali. «Mentre si abolisce un reato contro la PA, se ne introduce un altro», accusa in aula l'ex Guardasigilli Pd Andrea Orlando. «Forse per compensare la cancellazione dell'abuso d'ufficio? O perché non vi eravate accorti che stavate creando un vuoto normativo?». Il ministro Nordio nega che si tratti del medesimo abuso d'ufficio che, uscito dalla porta, rientra dalla finestra (come accusano le opposizioni), e spiega in Transatlantico: «É un'ipotesi totalmente diversa, perché è diverso il bene protetto: qui si parla di distrazione, che significa veicolare risorse che hai a disposizione verso una destinazione non fisiologica. Niente a che vedere con l'abuso d'ufficio, che prescinde dalla distrazione». In aula, durante l'esame del ddl Nordio, molti esponenti dell'opposizione hanno chiesto la sospensione delle votazioni e una «informativa urgente» dello stesso ministro: «Vogliamo sapere se quello che stiamo discutendo si sovrappone alla nuova decisione presa dal governo», dice la capogruppo Pd Chiara Braga. «Il ministro poteva venire in commissione e proporre un emendamento, se voleva introdurre una nuova fattispecie. Invece avete avuto paura del confronto e cercato la scorciatoia del decreto», argomenta da M5s D'Orso.

È scontro anche sul dl carceri: l'emergenza sovraffollamento divide maggioranza e opposizione.

Per la sinistra l'iniziativa del governo è inutile: «Non si capisce quanto è grave la situazione», dice Magi di +Europa. Per Fi è «un primo passo importante», e il vice-ministro Sisto non esclude l'appoggio alla legge proposta da Giachetti (Iv) per l'uscita anticipata dei detenuti in fine pena. Che piace al Pd, ma non a M5s.

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