Ancora una volta Giorgio Napolitano torna a farsi sentire sulla riforma elettorale, non solo auspicandone l'approvazione da parte del parlamento, ma spingendosi nel merito della legge stessa. Vediamo cosa ha detto l'ex presidente della Repubblica: "Considero altamente auspicabile, e la considero tale nel solco delle considerazioni sempre espresse dal Presidente Mattarella, l’approvazione in Parlamento con il più largo consenso di una legge elettorale che naturalmente tenga nel massimo conto la sentenza della Corte costituzionale. Sul testo complessivo di cui oggi comincia la discussione alla Camera, mi esprimerò eventualmente quando giungerà all’esame del Senato".
Dopo questa premessa entra nel vivo della discussione: "Ma sento di dover fare già ora un rilievo che ritengo importante e che auspico possa essere oggetto di attenzione nella serrata discussione che si apre alla Camera. Nel comma 7 dell’art. 1 la proposta riproduce la clausola preesistente, che prevedeva la dichiarazione del nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica da parte dei partiti contestualmente al deposito del simbolo elettorale e del programma di ciascuno di essi".
"Ritengo che il sopravvivere di questa clausola - prosegue l'ex Capo dello Stato - ripresenti il grande equivoco già manifestatosi, nel senso che l’elettore sia chiamato a votare per eleggere non solo il Parlamento, ma il capo dell’esecutivo. Qualcosa cioè di incompatibile con i nostri equilibri costituzionali, e che quindi va, a mio avviso, definitivamente eliminato.
Neppure nel sistema francese si produce alcun equivoco del genere, in quanto non vengono confuse nello stesso voto l’elezione del Presidente con poteri di governo e l’elezione dell’Assemblea nazionale. Confido che si possa giungere alla modifica da me sollecitata prima che il testo giunga all’esame del Senato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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