La sinistra sposta l'asse della riforma fiscale. Il centrodestra comincia a prepararsi alla battaglia della sessione di bilancio. In mezzo il ministro dell'Economia, Daniele Franco, che come al solito dovrà mediare tra posizioni e ideologie antitetiche.
«Un eventuale intervento sul cuneo fiscale, che sarà uno degli elementi della riforma, potrebbe essere anticipato» nel consueto decreto che accompagna la manovra. È quanto ha dichiarato al Gr Parlamento il sottosegretario all'Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu), spiegando che «potrebbero essere anticipate misure di riforma della riscossione e di contrasto all'evasione fiscale». L'elemento essenziale è «il quadro macroeconomico della Nadef che ci dirà anche quali sono gli spazi per la manovra di bilancio». La manovra, pertanto, potrebbe «sdoppiarsi» come già accaduto negli ultimi anni con la legge di Bilancio accompagnata da un decreto fiscale. In quest'ultimo contesto Guerra vorrebbe inserire un ulteriore intervento di riduzione del cuneo impiegando quei 2-3 miliardi di risorse disponibili che, invece, il centrodestra vorrebbe destinare alla cancellazione dell'Irap e delle micro-tasse (o magari a un primo taglio dello scalone Irpef del 38% che colpisce i redditi fra 28mila e 55mila euro) sulla base di quanto indicato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato.
Si comprende bene come sia arduo trovare una conciliazione giacché il taglio del cuneo si rivolge soprattutto ai redditi intorno ai 35mila euro, escludendo dunque un'ampia fascia di contribuenti oggi penalizzata dalla iniquità della progressione delle aliquote. Una situazione che il centrodestra non può accettare considerando che Guerra ha esplicitato la proipria contrarietà a qualsiasi forma di pace fiscale nonché ha accennato a quella riforma della riscossione che aumenterebbe i poteri di controllo sui conti correnti dell'Agenzia delle Entrate.
Non a caso il responsabile economia della Lega, Alberto Bagnai, ha invitato il governo a pubblicare la bozza di ddl delega della riforma fiscale per sgomberare il campo da equivoci. «Le voci circa possibili incrementi delle imposte sul patrimonio immobiliare sono allarmanti per due motivi: il primo è che il Paese non ha bisogno di nuove tasse; il secondo è che l'aggressione al patrimonio immobiliare era un mantra della Commissione europea prima della crisi pandemica», ha dichiarato. Non meno forieri di scontri saranno sia la riforma del reddito di cittadinanza che il superamento di quota 100.
Pd e Leu sostengono la misura groillina e sono favorevoli al ricalcolo contributivo; il centrodestra (Lega in primis) vorrebbe cambiare radicalmente il sussidio magari salvaguardando le uscite anticipate senza penalizzazioni.
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