Presidente Attilio Fontana, la Corte costituzionale ha bocciato l'autonomia differenziata a cui voi leghisti tenete tanto.
«Assolutamente no. Bisognerà leggere il contenuto, ma di certo la Legge Calderoli è perfettamente costituzionale».
La Consulta decreta di riscriverne una parte.
«Ci penserà il parlamento. Ma si tratta solo di elementi che attengono alle modalità della sua applicazione».
In concreto?
«I Lep, i Livelli essenziali di prestazioni non devono essere decisi dal governo, ma dal parlamento».
Sembrerebbe non essere un cambiamento da poco.
«Non cambia niente. Questo non è importante, decidano pure chi deve stabilire i Lep o i costi standard, l'importante è che ci siano. E che si possa andare avanti nel cammino».
È stata comunque una battuta d'arresto.
«Sapere che la legge è rispettosa della Costituzione ci ha molto rasserenati».
Ma allora perché la sinistra esulta tanto?
«Perché vivono sulla menzogna, su slogan senza senso con cui spaventare la gente. Proprio la loro campagna contro l'autonomia dimostra quanto siano incapaci di proposte migliorative e mentano per qualche voto in più».
Un giudizio severo.
«Sono indignato. Preferisco discutere con un vero centralista di cui non condivido nulla, ma con una posizione legittima che con una sinistra che cambia idea continuamente per soli interessi di partito».
La sinistra dice che volete spaccare il Paese.
«Peccato fossero proprio loro i sostenitori dell'autonomia, forse dimenticano cosa pensava il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini o le proposte del ministro Francesco Boccia».
Davvero a sinistra erano così autonomisti?
«Volevano escludere il parlamento e affidarsi al governo e oggi si scagliano contro una legge che è la fotocopia di quella che volevano loro».
Passare dal parlamento significherà andare alle calende greche.
«Dipende dalla sinistra, se continuerà l'assurdo ostruzionismo ci vorrà molto. Se invece userà il buonsenso, impiegheremo lo stesso tempo».
Lei ha già detto che in Lombardia procederà con le materie non Lep.
«Bisognerà leggere le motivazioni, ma sembra che con quelle si potrà già procedere».
La Protezione civile?
«Così lo stato di emergenza potrà essere dichiarato direttamente dal presidente della Regione colpita».
Non è un potere eccessivo?
«Solo buonsenso. È sul posto e in 3 ore può dichiararlo, invece che mandare una richiesta a Roma che decide di mandare una squadra che arriva sul territorio per poi tornare a Roma a fare una relazione che dovrà essere letta dal governo che poi deciderà qualcosa. Le sembra normale metterci tre mesi invece di tre ore?».
Detta così sembra facile.
«È semplice, queste competenze è logico che restino sul territorio. E a dirlo non sono solo io, ma Michele De Pascale, il candidato del centrosinistra in Emilia Romagna».
Ma così non dividete il Paese e violate la Costituzione?
«Aiutare una popolazione colpita da un'alluvione è spaccare il Paese?».
Con la sanità la questione si fa più delicata.
«Vorrei proprio sapere perché l'autonomia aumenterebbe il divario».
Perché le regioni più ricche si potrebbero permettere ospedali migliori.
«Ma non è assurdo che non chiedendo un euro a Roma, la Lombardia abbia dei soldi che non può spendere per pagare di più medici e infermieri o acquistare attrezzature e offrire un servizio migliore?».
La sanità del Sud ha bisogno di fondi.
«E attaccano un governo che è il primo dopo i tagli della sinistra a mettere più risorse nella sanità. Sono vergognosi. Loro hanno tolto 37 miliardi di euro di trasferimenti che aspettiamo ancora».
Prima i giudici, ora la Corte costituzionale, si ha l'impressione che qualcuno voglia prendere decisioni che spetterebbero alla politica.
«Vorrei prima leggere la sentenza e spero davvero che questo non sia vero, trattandosi dell'organismo supremo. Altrimenti sarebbe davvero grave».
All'orizzonte c'è il referendum abrogativo della legge.
«Teoricamente, essendo cambiata la legge, non ci dovrebbe più essere. Il quesito non è più valido».
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