In un giorno solo la Francia, la Tunisia, la Somalia e il Kuwait sono finiti sotto l’attacco dei terroristi islamici. L’Europa e il mondo intero sono sgomenti e si teme che nel mese del Radaman e nei mesi estivi i turisti, non solo europei, possano essere nuovamente sotto il mirino dell’Isis come successo oggi nel resort di Sousse dove hanno perso la vita 37 persone.
La Tunisia è senza dubbio il Paese da evitare dato che questo attentato arriva a tre mesi di distanza dall’attentato al museo del Bardo di Tunisi. Tutta l’area nordafricana è a rischio attentati per via dell’instabilità politica della Libia in quanto alcune zone sono controllate dall’Isis mentre nel resto del Paese vi è una lotta per il potere tra il governo legittimo di Tobruk e quello non riconosciuto dalla Comunità Internazionale anche se a comandare sono i capitribù delle varie famiglie nobiliari. L’Egitto è ancora scosso dal vuoto di potere del post-Mubarak che di recente è stato condannato a tre anni di carcere, mentre l’ex presidente e leader dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi è stato condannato a morte per aver orchestrato un'evasione di massa dalle carceri durante le rivolte. Il Paese, attualmente, è sotto il controllo Abd al-Fattah al-Sisi che ha preso il potere nel luglio due anni fa dopo aver deposto Morsi, il quale era stato il primo presidente democraticamente eletto nel 2012. In Somalia opera il gruppo terroristico islamico Al-Shabaab che ha come principale fonte di guadagno la pirateria ed è da poco uscito da una lunga guerra civile con l’Eritrea. Decisamente sconsigliato per qualsiasi tipo di vacanza. Anche l’Algeria è a rischio sequestri, mentre il Marocco, apparentemente tranquillo e saldamente in manco al monarca laico Mohammed VI, il secondo Paese nord-africano per numero di foreign fighter (circa 1.500) nelle file che hanno abbracciato la causa dell’Isis. La Nigeria è, invece, almeno in parte sotto il giogo di Boko Haram.
Spostandoci in Medio Oriente il conflitto israelo-palestinese può riesplodere sempre da un momento all’altro ma a preoccupare è lo Yemen dove per decenni i terroristi islamici combattono per prendere il potere. A Gennaio, con un colpo di Stato la maggioranza zaydita Huthi ha deposto l’erede di Ali 'Abd Allah Saleh che governava lo Yemen dal 1990. Questo ha portato l’Arabia Saudita a intervenire militarmente per scacciare i fondamentalisti islamici di rito sciita, gli Huthi. Il Libano e la Giordania non sono certamente mete più tranquille così come la Turchia dove la città curda di Kobane al confine con la Siria è stata riconquistata dai terroristi dell’Isis. È proprio in Siria che è nato lo Stato Islamico nel giugno 2014 e si estende anche nella parte nord dell’Iraq. Il Pakistan è da sempre oggetto di attentati da parte dei talebani che avanzano decisi verso la riconquista dell’Afghanistan. Non meno pericolose le Filippine e l’Indonesia dove operano gruppi terroristici islamici locali.
L’Europa non può certo dirsi immune da pericoli soprattutto l’Italia che da ottobre ospiterà gli eventi dell’Anno giubilare indetto da Papa Francesco. La Francia è ancora scossa dall’attentato alla redazione di Charlie Hebdo e la decapitazione di un uomo oggi consiglia prudenza per chi intende andare in vacanza nel Paese transalpino. La Danimarca, invece, in febbraio ha subito due attentati terroristici nel febbraio scorso.
Persino la Gran Bretagna e la Spagna possono considerarsi tranquille sia per il numero di foreign fighter che servono l’isola sia per i precedenti attentati al metro di Londra e di Madrid avvenuti rispettivamente nel 2005 e nel 2007. Oltreoceano in pericolo non sono soltanto gli Stati Uniti ma anche il Canada che nell’ottobre scorso è stato ferito dall’incursione di due terroristi nel Parlamento di Ottawa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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