La rissa tv non è servizio pubblico

E, alla fine, una delle liti più furibonde di questi mesi tra i contrari e i sostenitori del vaccino è successa, in Rai, nella televisione pubblica che dovrebbe distinguersi per i toni moderati

La rissa tv non è servizio pubblico

E, alla fine, una delle liti più furibonde di questi mesi tra i contrari e i sostenitori del vaccino è successa, in Rai, nella televisione pubblica che dovrebbe distinguersi per i toni moderati. E, anzi, nello studio della serissima Bianca Berlinguer. Lo scontro durissimo a suon di epiteti velenosi avvenuto tra Andrea Scanzi e il professor Alberto Contri l'altra sera a Cartabianca è una brutta pagina per tutti: per il Paese, per il giornalismo, per la Tv di Stato. Ma riporta al centro il dilemma: è giusto invitare i No Vax, i No Pass, i «dubbiosi» di ogni specie nei dibattiti televisivi? Con quali limiti? Come scegliere interlocutori competenti? C'è chi ha scelto, come Enrico Mentana e Monica Maggioni, di escluderli dai loro spazi («Non si può mettere sullo stesso piano uno sciamano che passa per strada e uno scienziato», ha spiegato la direttrice del Tg1), c'è chi pensa sia corretto dare voce a tutti, anche a chi contesta le scelte del governo in piena pandemia, come stanno facendo i responsabili di quasi tutti i talk, da Mediaset a La7. Spesso i confronti si trasformano in zuffe, in scontri di boxe. E l'accusa è sempre la stessa: si invitano apposta i No Vax per innescare la miccia, accendere la discussione, aumentare gli ascolti. Però, se in questo giochino ci cade la tv di Stato, forse, la questione è ancora più grave. Certo, Bianca Berlinguer non ha invitato uno «sciamano», ma un professore di comunicazione sociale - Alberto Contri - che insegna allo Iulm, è stato responsabile di innumerevoli società pubblicitarie, anche consigliere Rai e presidente di RaiNet e ora si è schierato con la «Commissione Dubbio e precauzione» fondata da Cacciari e Giorgio Agamben), ma alla fine non è riuscita, nonostante i ripetuti tentativi, fino a sgolarsi, a sedare gli animi. Sono partiti gli insulti reciproci. «Stupido», «cretino», «Hai i neuroni di un cercopiteco», «Ti denuncio!», «Mascalzone».

Scanzi non è riuscito a trattenere la sua indignazione dopo aver ascoltato Contri sostenere che questa non è «una pandemia, ma una sindemia, e che quindi andrebbero vaccinati solo i più deboli», che «bisogna far circolare il virus tra i bambini perché si ammalano poco e costituiscono un'immunità naturale» e averlo sentito paragonare i morti di Covid a quelli di fumo. Alla fine, dopo un lungo alterco, Contri si è alzato e se n'è andato. E, adesso, sarà bandito da Cartabianca e dalla Rai? Ma, soprattutto, è giusto continuare con questi dibattiti?

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