«Siamo l'Europa. Il nostro partito è l'Europa. Il Ppe si identifica con l'idea stessa di Europa». Non sono parole di circostanza. È l'inizio del discorso che Silvio Berlusconi riserva alla platea del Ppe riunito a Roma. Non parole, dunque, di circostanza. Il leader azzurro spiega con una sintesi efficace perché i valori sui quali si fonda l'idea stessa di Europa coincidono perfettamente con quelli del partito che ha l'onore e l'onere di guidare: la comunità europea si riconosce nelle radici cristiane e nei valori del liberalismo democratico.
Con commozione, il leader azzurro, ricorda il momento in cui finalmente si è tornati ad attraversare la porta di Brandeburgo senza esibire documenti. E del momento in cui non è stato più necessario mostrare il passaporto. E del fatto che il marchio europeo ha i tratti delle mirabili cattedrali (la parigina Notre-Dame, il duomo di Colonia, la cattedrale del Wawel a Cracovia, il Duomo milanese) che costituiscono il simbolo delle comuni radici cristiane. Berlusconi ha anche gioco facile nel richiamare alla memoria quegli statisti che per primi hanno tracciato il solco della formazione cristiana e liberale sul quale è cresciuta la migliore politica comunitaria. Spende i nomi di De Gasperi, di Adenauer e di Schumàn. Insomma espone il meglio del Pantheon popolare e europeo per confermare all'uditorio del vertice romano che il passato glorioso ha ancora molte cose da far fruttare nel prossimo futuro.
«Chi ha conosciuto le grandi tragedie del 900, le guerre, le divisioni, le lacerazioni che hanno devastato l'Europa nel secolo scorso - ricorda il leader di Forza Italia - non fa fatica a capire quale portata rivoluzionaria ebbe, pochi anni dopo la guerra, l'immaginare di mettere insieme popoli e nazioni che si erano combattuti ferocemente fino a poco prima».
Il futuro deve ripartire da questo passato illuminato, dice. E solo con senso di responsabilità si può capire la portata delle sfide che attendono il nostro continente. «Nelle grandi sfide planetarie - ammonisce Berlusconi - soltanto se saremo uniti avremo la possibilità di esercitare un ruolo a difesa dei nostri interessi, dei nostri valori, della nostra stessa identità». «La dolorosa esperienza dell'Afghanistan - aggiunge - ha confermato in modo drammatico due aspetti sempre più evidenti nel 21° secolo. Il primo è che gli Stati Uniti rimangono amici ed alleati essenziali ma non sono più in grado di essere da soli i garanti dell'ordine liberale nel mondo. Il secondo aspetto è che l'Europa fino a quando non avrà un'unica politica estera, supportata da uno strumento militare europeo forte, unito e credibile non sarà in grado di svolgere nessun ruolo autonomo».
Il discorso di Berlusconi convince non soltanto la platea del Ppe. Trasmesso in streaming su tutti i social media ha avuto un largo seguito. Confermando la centralità del ruolo politico del leader di Forza Italia che soltanto due settimane fa spiazzava i commentatori politici e la magistratura denunciando l'offensiva provocazione della perizia psichiatrica per il Ruby ter. Anche in quell'occasione ha raccolto la solidarietà non soltanto dei tradizionali alleati bensì anche quella di storici antagonisti come Romano Prodi («quella richiesta di perizia è pura follia»).
Nell'introdurre l'intervento del presidente azzurro, Manfred Weber, nelle vesti di padrone di casa quale presidente del gruppo Partito popolare europeo, ha ringraziato Berlusconi per aver sempre creduto nei valori europei. «Anche quando i populisti tentavano di vendere agli italiani il messaggio facile del nazionalismo e dell'egoismo - ricorda Weber -.Tenendo in mente gli sviluppi politici in Italia, con il governo di Mario Draghi e la possibilità reale di avere riforme, possiamo davvero dire che Forza Italia sta contribuendo molto al messaggio che l'Italia è tornata. Gli investimenti stanno tornando: è una gran cosa ed è un approccio europeo, grazie alla guida di Silvio e Antonio (Tajani, ndr). E vediamo che la crescente delegazione italiana è apripista su molti temi». Mentre Salvini viene liquidato con un lapidario: «Non commento i partiti ma se volete avere un futuro in Italia servono politici ragionevoli ed europeisti».
Tajani sottolinea la lungimiranza di Berlusconi e la sua tenacia nel voler esaltare la caratura europea dell'azione politica di Forza Italia. «Il nostro movimento - commenta il coordinatore nazionale degli azzurri - è orgoglioso di far parte da tempo del gruppo del Ppe. E la presenza del vertice del partito a Roma, a ridosso delle elezioni amministrative, è una dimostrazione della lealtà che caratterizza i rapporti tra il Ppe e gli azzurri».
Tante le reazioni al discorso di Berlusconi. «Un partito come Forza Italia - spiega la ministra per gli affari regionali Mariastella Gelmini -, saldamente ancorato al pensiero liberale, a quello moderato, al popolarismo e appunto all'europeismo, avrà sempre più un ruolo determinante per consolidare questi valori fondanti la nostra società e la nostra democrazia».
«La frase-guida dell'intervento di Berlusconi, "il nostro partito è l'Europa" - ricorda la ministra per il Sud e le coesione territoriale, Mara Carfagna -, è la miglior sintesi del ruolo che devono assumere
i moderati italiani nei prossimi due anni, con un obbiettivo semplice: consolidare la fiducia europea nel nostro sistema Paese. Non c'è futuro per l'Italia senza l'Europa. Stare con l'Europa è la vera scelta patriottica».
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