La rivista Lancet: morti italiani sottostimati. Sono il 60% in più

"L'Italia ha sottostimato le morti da Covid". C'è un articolo uscito sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet firmato da Gianfranco Alicandro, Giuseppe Remuzzi e Carlo La Vecchia dello scorso 3 settembre che imbarazza il governo.

La rivista Lancet: morti italiani sottostimati. Sono il 60% in più

«L'Italia ha sottostimato le morti da Covid». C'è un articolo uscito sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet firmato da Gianfranco Alicandro, Giuseppe Remuzzi e Carlo La Vecchia dello scorso 3 settembre che imbarazza il governo. Secondo la rivista, il numero dei morti da Coronavirus da gennaio a maggio sarebbe almeno il 60% in più di quelli ufficialmente dichiarati. La discrepanza rispetto ai numeri forniti dalla protezione civile sarebbe colpa di un'alchimia contabile innescata da una serie di dati che non si sono mai incrociati perfettamente. Nell'articolo si cita come fonte anche il consulente del governo sulla pandemia Andrea Ricciardi - già nel mirino per aver definito il lockdown «last, blind decision» («decisione ultima, presa alla cieca», ndr).

L'articolo incrocia il numero totale dei morti ottenuto attraverso l'integrazione dei dati dei registri funebri disponibili per quasi 8mila città italiane, pari al 95% del campione nazionale, a causa dei tanti decessi di persone non testate né trattate. Almeno 15mila solo a marzo, dice Lancet, altre 2.500 ad aprile mentre a maggio la mortalità totale sarebbe inferiore rispetto alle attese. Insomma, nei tre mesi di pandemia i morti di Covid sarebbero stati non meno di 44mila, altro che i 33.386 registrati.

Sul tema è intervenuto anche Luca Fusco, il presidente del comitato che riunisce le vittime di Covid-19 nel Bergamasco e nelle zone della Lombardia più colpite dalla pandemia. «Il comitato non ha mai dichiarato percentuali precise - ha detto Fusco al Giornale - ma è sempre stato convinto, fin dall'inizio dell'epidemia, che le comunicazioni ufficiali fossero riviste al ribasso». Ma il problema, secondo Fusco, è un altro. «Questo modo di agire unitamente a tutte le altre menzogne, sottrazioni di documenti, cancellazioni improvvise di notizie denotano la presumibile, se non certa, presenza di profonde colpe da parte di una inetta classe politica».

E quando ricordiamo a Fusco che sulle eventuali responsabilità del governo e di Regione Lombardia ci sono delle inchieste della magistratura, Fusco sottolinea: «Infatti, sono colpe che il comitato non determina in maniera puntuale - lasciando il compito alla magistratura - e continuando ad aiutarla in questo immane lavoro. Siamo certi di arrivare alla verità ed abbiamo completa fiducia nella magistratura inquirente».

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