Rivoluzione Nutella: il business milionario della crema vegana

Arriva il prodotto "plant-based". Il mercato italiano? Sono i 12,5 milioni di "flexitariani"

Rivoluzione Nutella: il business milionario della crema vegana
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Verde come la Nutella.

Un attimo: verde? Già, non lo sapevate? La crema spalmabile più celebre del mondo si è sottoposta a una seduta di greenwashing ed è pronta a invadere il mondo con la sua versione plant based, interamente vegetale, quindi del tutto priva di latte. Il barattolo avrà il tappo verde, ciò che la renderà facilmente distinguibile dalla sua versione tradizionale e «onnivora», ed è in distribuzione sugli scaffali della grande distribuzione in questi giorni nel formato da 350 grammi in Italia, Francia e Belgio e a partire dal 2025 anche nel resto del mondo. Su TikTok sono virali i video con le degustazioni di chi ha avuto modo di provarla, trovandola accettabilmente simile all'originale. Qualcuno di loro magari l'avrà acquistata nel negozio del centro di Napoli in cui ieri i Nas hanno sequestrati dei barattoli del nuovo prodotto rubati da un lotto destinato alla Francia e messi in vendita a prezzi molto inferiore rispetto a quelli di listino: 2,60 euro a barattolo rispetto ai 4,49 euro previsti dal produttore.

La svolta vegana di Nutella rappresenta un regalo politicamente corretto per i sessant'anni di uno dei vanti del made in Italy alimentare, finora inaccessibile per chi segue una dieta vegana o per chi ha un'intolleranza al lattosio. La Nutella è stata infatti creata nel 1964 come evoluzione della Supercrema prodotta da Pietro Ferrero nella sua pasticceria ad Alba con crema di nocciole seguendo la tradizione del cioccolato gianduja tipico della zona. Il primo barattolo uscì dalla fabbrica langarola il 20 aprile 1964 ed ebbe un successo piuttosto rapido non solo in Italia ma anche all'estero. Il primo Paese in cui sfondò fu la Germania, tuttora uno dei primi consumatori della crema spalmabile assieme alla Francia, dove si consuma più Nutella che da noi. Ogni anno, del resto, ne vengono venduti 770 milioni di barattoli (uno ogni dieci abitanti del pianeta Terra, anche se i Paesi in cui è distribuita sono «soltanto » 75).

La Nutella Plant Based, certificata dalla Vegetarian Society come «vegan approved», ha avuto una gestazione di un anno e mezzo. La progettazione della linea di produzione è iniziata a gennaio 2023 e le prime produzioni industriali sono datate giugno 2024. La «abrogazione» del latte è stata possibile, spiega Stefano Lelli Mami, regional marketing manager di Nutella Italia, grazie a «ceci e sciroppo di riso, due ingredienti dal gusto delicato ed equilibrato, che hanno consentito di garantire l'inconfondibile gusto e la cremosità tipica di Nutella». La Nutella Plant Based è prodotta in Italia, nello stabilimento di Sant'Angelo dei Lombardi in provincia di Avellino, terra di produzione di nocciole di grandi qualità. Il suo mercato non sarà composto soltanto dai vegani ma anche dai cosiddetti «flexitariani», coloro cioè che non escludono del tutto ma certamente privilegiano alimenti di origine vegetale a svantaggio di quelli di origine animale. Si calcola che solo in Italia questa «tribù alimentare» conti 12,5 milioni di persone.

Una platea notevole, che si assomma agli intolleranti al lattosio che sono il 30 per cento della popolazione e che dovrebbe garantire un buon successo al prodotto. Ah, la Nutella Plant Based è anche senza glutine, ma anche quella tradizionale lo è.

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