Rizzo fustiga il Viminale (e "vendica" sua sorella)

"Non ce ne voglia il ministro dell'Interno Piantedosi, ma in una piena maturità democratica difficilmente uno come lui sarebbe ministro dell'Interno"

Rizzo fustiga il Viminale (e "vendica" sua sorella)
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«Non ce ne voglia il ministro dell'Interno Piantedosi, ma in una piena maturità democratica difficilmente uno come lui sarebbe ministro dell'Interno». Così Sergio Rizzo (nel tondo) dalle colonne dell'Espresso attacca duramente il titolare del Viminale. Ma il Secolo d'Italia fa le pulci al «fustigatore della casta» e scova la sorella vice prefetto, rimasta un gradino sotto la promozione.

Rizzo sull'Espresso critica così Piantedosi: «Un prefetto ministro dell'Interno, in una democrazia davvero matura, è nota ben più che stonata. Non per nulla Matteo Piantedosi da Pietrastornina, provincia di Avellino, è il primo prefetto nella storia repubblicana ad avere l'incarico di ministro dell'Interno in un governo politico a tutto tondo». E ancora: «Ne consegue che quando il ministro è un prefetto si trova oggettivamente in un clamoroso conflitto d'interessi. Nel caso di Piantedosi, poi, addirittura multiplo, considerando che pure sua moglie Paola Berardino è prefetta. A Grosseto. Dove per inciso ha autorizzato l'intitolazione di una strada al leader missino Giorgio Almirante fortemente voluta dall'amministrazione comunale di destra».

Secondo quanto riporta il Secolo d'Italia anche la sorella di Rizzo era «nei ruoli del Ministero dell'interno, rimanendo sempre a un gradino più basso dal podio, quello di Viceprefetto, senza mai assurgere al traguardo ambito da chi intraprende questa prestigiosa carriera, appunto diventare Prefetto». Il Secolo evoca altre presunte criticità sulla strada della promozione: «Non che la sorella di Rizzo non ci abbia provato ma, si sa, questi bolsi burocrati del Viminale sono pure schizzinosi e chissà che sulla mancata nomina non abbiano pesato pure alcune traversie giudiziarie con cui la nostra si è trovata a confrontarsi durante i suoi anni di servizio». Per Rizzo l'aggettivo «democristiano», sinonimo di capacità di adattamento, è «perfettamente applicabile a Piantedosi. Al fianco di Salvini ne ha concretizzato le direttive con scrupolo addirittura superiore alle aspettative.

Finendo indagato assieme al ministro per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale (accuse poi evaporate a Palermo) in relazione alla vicenda della nave militare Ubaldo Diciotti cui viene impedito per giorni di sbarcare i migranti».

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