«In questa stagione è emerso agli occhi di tutti il valore della ricerca. Non saremo mai abbastanza grati al mondo della scienza per la velocità con cui è stato in grado di consegnare gli strumenti per sconfiggere la pandemia». La parole del presidente Sergio Mattarella, pronunciate durante l'inaugurazione dell'anno accademico dell'università Statale di Milano, arrivano dirette ai laboratori e agli uomini di scienza. Gli stessi che ogni giorno permettono «miracoli» che vanno al di là della lotta al virus.
L'ultimo tassello messo a segno dalla ricerca è avvenuto al Niguarda di Milano: protagonisti un robot chirurgo e una speciale cannula aspirante. Sono gli strumenti utilizzati per rimuovere un tumore al rene lungo oltre 20 centimetri ed esteso fino al cuore. Lo hanno fatto senza aprire né torace né addome, in maniera mininvasiva, scegliendo la via della chirurgia senza cicatrici per una paziente fragile. Età: 83 anni. Urologi e cardiochirurghi hanno messo in pratica ciò che non era mai stato tentato. L'intervento record è durato 9 ore. «Vista l'età avanzata e le condizioni della paziente, che a causa di una malattia coronarica aveva da poco subito l'impianto di due stent cardiaci, abbiamo optato per una procedura mininvasiva senza incisione addominali e senza apertura dello sterno - spiega Aldo Bocciardi, direttore dell'Urologia - Per farlo siamo ricorsi all'utilizzo del robot chirurgico, usato per rimuovere il rene, sede del tumore». In pochi altri centri al mondo è stato utilizzato il robot per tumori renali estesi alla vena cava. Nei pochi casi in cui la malattia arrivava nel cuore, non è mai stato fatto un intervento con il robot e senza aprire il torace. «Questo approccio è stato possibile grazie all'utilizzo di un device innovativo - evidenzia Claudio Russo, direttore della Cardiochirurgia - L'inserimento della cannula di aspirazione a livello di una vena del collo, collegata a una pompa centrifuga e a un filtro, ha permesso l'aspirazione ad alto flusso del tumore».
Un altro successo della ricerca, presentato nelle stesse ore in cui Mattarella tesse le lodi della scienza, è il PerTravel, un box dotato di strumenti ad alta tecnologia che aumentano e migliorano il controllo degli organi o tessuti prelevati in tutte le fasi del trasporto (dal momento della raccolta/prelievo dal donatore all'arrivo a destinazione nei centri di trapianto per il trapianto nel ricevente o alle Banche di Tessuto per la loro conservazione). Rispetto ai sistemi attuali per l trasporto degli organi trapiantati, ha la capacità di monitorare e misurare in tempo reale i parametri fondamentali per il benessere dell'organo, prima fra tutti la temperatura.
E poi, aspetto fondamentale, è tracciabile grazie a sensori localizzati. La ricerca sul box è stata essa a punto da centro regionale trapianti del Piemonte assieme Fondazione Donazione Organi e Trapianti) e al Politecnico di Torino, in collaborazione con l'azienda Aferetica Srl.
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