Roma e Palermo, il filo rosso che lega gli incendi. Mancano i termovalorizzatori nelle due città

La Cgil esprime dubbi sugli impianti esistenti ma non apre ai miglioramenti

Roma e Palermo, il filo rosso che lega gli incendi. Mancano i termovalorizzatori nelle due città
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C'è un elemento che accomuna l'incendio scoppiato ieri in un impianto di stoccaggio di rifiuti a Ciampino nei pressi di Roma con quello dei giorni scorsi nella discarica di Bellolampo a Palermo ed è l'assenza di termovalorizzatori in entrambe le città. Invece di bruciare i rifiuti in impianti sicuri, ecologicamente sostenibili, all'avanguardia e producendo energia, si preferisce lasciare l'immondizia in discariche a cielo aperto con il risultato che puntualmente d'estate scoppiano pericolosi incendi.

Se le cause dei roghi sono naturali o dolose (è ancora da appurare), cambia poco in termini di conseguenze per l'ambiente e per la salute delle persone che vivono nei paraggi, senza contare i costi economici per i soccorsi e le squadre dei vigili del fuoco impegnate nello spegnimento dei roghi. Il vasto incendio che si è sviluppato ieri a Ciampino, nei pressi del secondo aeroporto della capitale, ha inoltre generato non pochi disagi con la sospensione della circolazione dei treni sulla tratta Roma-Velletri. Il sindaco della città laziale ha invitato i cittadini «ove visibile il fumo, di tenere le finestre chiuse» e la Cgil di Roma sud Pomezia Castelli in una nota ha così descritto la situazione: «Aria irrespirabile, finestre serrate, cielo che lentamente diventa nero aumentando le ansie e le preoccupazioni dei cittadini e delle cittadine di Ciampino e Santa Maria delle Mole in quello che doveva essere un limpido sabato di luglio: questo il risultato dell'ennesimo incendio divampato poche ore fa nell'impianto di rifiuti speciali non pericolosi di via Enzo Ferrari a Ciampino dove i Vigili del Fuoco sono impegnati da ore tentando di domare le fiamme».

Sebbene i rifiuti siano stati classificati come «non pericolosi», è lecito chiedersi se continuino ad esserlo una volta bruciati, per questo l'Asl e l'Arpa Lazio hanno installato un rilevatore per monitorare la qualità dell'aria. Nella nota diramata la Cgil si chiede: «Al netto dell'impatto sulla salute e sull'ambiente, può un impianto a pochi metri dalla pista di un aeroporto internazionale, a poche centinaia di metri dal Grande Raccordo Anulare, a pochi passi dall'Appia Nuova e a pochi metri dal Parking dell'aeroporto considerarsi sicuro?». Dubbi più che legittimi, peccato che la stessa Cgil solo poche settimane fa si esprimeva contro la realizzazione di un termovalorizzatore a Roma senza giri di parole: «Siamo contrari, non serve un nuovo termovalorizzatore». Eppure è proprio la costruzione di questo impianto la soluzione per l'endemico problema dei rifiuti a Roma chiudendo progressivamente le discariche più pericolose, basti pensare che già un anno fa nello stesso impianto c'era stato un altro rogo.

Non vanno meglio le cose a Palermo dove mancano i termovalorizzatori, anche se il governatore Schifani si è impegnato a realizzarli in Sicilia: «Dobbiamo permettere alla Sicilia di risolvere il problema rifiuti in via definitiva. Bisogna lavorare con velocità su questo fronte». A causa dell'incendio scoppiato qualche giorno fa nella discarica di Bellolampo, secondo le rilevazioni dell'Arpa, è stata rilevata diossina nell'aria, una sostanza pericolosa per la salute se ingerita attraverso il cibo.

Intanto proprio a Palermo il vicepremier Antonio Tajani ha ringraziato «la Forestale, il Dipartimento della Protezione Civile, i Vigili del fuoco e tutte le forze

dell'ordine per il lavoro svolto nel contrasto agli incendi e per aver salvato vite umane». Tajani ha poi aggiunto che «il governo continuerà a garantire ogni sforzo a sostegno della Sicilia e delle squadre anti-incendi».

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