La capitale è una bomba a orologeria. No Vax e No Pass già domani manifesteranno contro l'obbligo del certificato vaccinale sui luoghi di lavoro, ma non a Piazza Santi Apostoli, come ha comunicato ieri il prefetto Matteo Piantedosi. La manifestazione è stata confermata, spiegano gli organizzatori, ma è stata spostata in piazza Bocca della Verità, più distante da Palazzo Chigi e dal Parlamento. E il popolo del «no al vaccino» tornerà in massa anche sabato, con il rischio che la folla possa unirsi ai manifestanti della Cgil. Ma a spaventare di più è l'idea che tra i lavoratori si infiltrino personaggi che hanno interesse ad alzare il livello dello scontro.
Un'onda d'urto che il Viminale, questa volta, dovrà contenere se non vuole rischiare scene già viste una settimana fa. C'è massima attenzione sui soggetti già presenti nel casellario giudiziario, ma il pericolo arriva dalle persone incensurate. Digos, polizia e carabinieri tengono i riflettori puntati su molteplici realtà. Niente deviazioni dei cortei, da ora in poi, e sit-in autorizzati solo se lontano dagli obiettivi sensibili. Vietato il ricorso alla violenza e per evitare che mazze e bottiglie possano essere nascoste da qualche parte, si controllano perfino i tombini. I primi a scendere in piazza sabato alle 14 a San Giovanni saranno i lavoratori che hanno accolto l'appello di Cgil, Cisl e Uil per aderire alla «manifestazione antifascista» dopo l'assalto subito da Forza nuova. Manifestazione che potrebbe fare da sfondo alle azioni di frange della sinistra estrema. C'è poi il rischio che l'esercito dei No Pass possa farsi prendere la mano e questo problema non riguarda soltanto la capitale. «La preoccupazione c'è - dice il sindaco di Milano, Giuseppe Sala -. L'anomalia di queste manifestazioni è che vengono autorizzate sulla base di un percorso da tenere e questo non accade però». Lo sa bene la ministra dell'Interno che ieri ha riunito il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica e insieme al capo della Polizia Lamberto Giannini, ai comandanti generale dell'Arma, Teo Luzi, della Finanza, Giuseppe Zafarana e ai vertici dell'intelligence ha analizzato i rischi da ogni angolatura per scongiurare sottovalutazioni inaccettabili. Nella riunione è stato esaminato l'andamento delle manifestazioni e le connesse criticità sul piano dell'ordine pubblico, con un'ampia analisi delle cause. Si è capito che sul campo servono schieramenti leggeri, che sappiano muoversi rapidamente sulla scacchiera cittadina, dal momento che diverse unità saranno sottratte alle manifestazioni per Lazio-Inter e per presidiare i seggi in vista del ballottaggio. Il fronte della minaccia è esteso e frastagliato e proprio per questo l'imperativo è tenere sotto controllo anche le chat su Telegram. «Intensificare le attività di prevenzione delle possibili cause di turbativa, con il rafforzamento dei dispositivi di osservazione e di vigilanza del territorio e degli obiettivi sensibili nonché dei servizi di monitoraggio dei siti web e dei social network», ha detto la ministra Lamorgese.
Nella riunione del Cnosp si è parlato anche dell'appuntamento del 30 e 31 ottobre che porterà nella capitale i capi di Stato e di governo dei Paesi appartenenti al G20: un'occasione che antagonisti e anarchici non si lasceranno sfuggire per creare problemi.
Per garantirne lo svolgimento in sicurezza è stata anche condivisa l'esigenza di implementare di 500 unità aggiuntive delle Forze armate il contingente dell'operazione «Strade sicure» e di incrementare la difesa dello spazio aereo della capitale attraverso il concorso di assetti specialistici, incluso il sistema anti-drone, delle Forze armate. Il Viminale, infine, ieri ha deciso di inviare circolari a questori e prefetti, a cui spetta il compito di emanare stabilire quali servizi di forza pubblica impiegare. .
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