Se i cervelli non sono tutti uguali

I giovani scappano? Fanno bene

Se i cervelli non sono tutti uguali

In Florida, dove vivono i miei bambini americani (ora blindati contro l'uragano Matthew) si contano a decine i chirurghi e specialisti medici che aprono studi di altissima qualità, subito ricchi. E costruttori e ristoratori. Tutti giovani. Perché non siete rimasti in Italia? Perché in Italia governano baronie e mafie pronte a far fuori i giovani talenti. Il sistema istruzione, scuola università carriere fa orrore. Questa è la «buona scuola»? Forse per Halloween, imminente festa del macabro. Un insegnante liceale calabrese mi spiega che gli insegnanti cambiano città e scuola ogni anno e che si assistite a un avvelenamento dei rapporti fra docente e discente perché chi insegna odia gli studenti che potrebbero dargli ombra. La nostra è una società fondata sulla depressione e la repressione intellettuale ed economica dei talenti. Lo scopo ultimo è la parificazione finale nella fossa comune delle diversità. Sui loro pallottolieri, i geni della nuova società pareggiano cervelli e talenti uno contro uno, un tanto al pezzo. Un fisico fugge? Che importa: lo sostituiamo con una coppia di cingalesi con otto figli.

Mezzo milione d'italiani se la squagliano cercando libertà dalla burocrazia e dal castigo delle graduatorie-lotterie? Che importa: ci adattiamo all'odore di nuove spezie in cucina e a un leggero restyling somatico. Ecco perché i giovani scappano dalla palude più bella del mondo. Sono soltanto centocinquantamila? Aspettate un altr'anno e vedrete.

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