Promossi? Con il 9 in condotta? No, fermi tutti. Il ministero dell'Istruzione interviene sulla valutazione dei ragazzi dell'Itis di Rovigo e frena. Gli studenti avevano sparato pallini di plastica con una pistola ad aria compressa ferendo alla testa e a un occhio la prof. Ma, visto l'andamento a scuola e il comportamento in classe nel secondo quadrimestre, il collegio docenti ha deciso di promuoverli con un voto alto. Pensavano di averla fatta franca. Ma non è così. Dopo la relazione degli ispettori il ministro Giuseppe Valditara ha chiesto alla preside di riconvocare il collegio docenti e rivedere la decisione sulla condotta dei ragazzi. Risultato: i voti sono stati abbassati, con un 7 e tre 6: in particolare, allo studente che aveva preso 9 in condotta è stato attribuito un 7 mentre agli altri che avevano avuto 8 in condotta, il consiglio di classe ha dato 6. Nessuno quindi è stato bocciato ma lo scrutinio ha rivisto in basso la valutazione sul comportamento dei ragazzi. Il ministro Valditara ha chiarito che oggi verrà varato un pacchetto di misure che sostituirà le sospensioni con lavori socialmente utili e attività varie di recupero e che vuole dare più valore al voto in condotta. «Non sono favorevole a lasciare a casa, a non fare nulla, un ragazzo che si è comportato male, significa abbandonarlo a se stesso. Serve al contrario più scuola, coinvolgendolo maggiormente anche in attività di volontariato». Attualmente il voto in condotta viene attribuito collegialmente dal consiglio di classe considerando il processo di maturità personale del singolo studente. Note, richiami e sospensioni concorrono ovviamente alla formulazione del voto in condotta. Un voto in condotta inferiore alla sufficienza, ovvero al 6, determina la non ammissione alla classe successiva o agli esami di Stato. Lo stesso 7 - che viene attribuito agli studenti che hanno dimostrato comportamenti poco corretti nei confronti dei professori, dei compagni e del personale della scuola, sono stati ripresi ed hanno ricevuto note disciplinari o sono stati spesso assenti - non comporta la bocciatura, come ha ribadito due anni fa una sentenza del Consiglio di Stato, ma le cose potrebbero cambiare. Il ministero punta ad aumentare l'educazione e la sicurezza in aula: già una decina di docenti che sono stati aggrediti da studenti o dalle loro famiglie ha deciso di farsi difendere dall'Avvocatura dello Stato.
«Gli ultimi episodi hanno dimostrato la necessità di diffondere una cultura più radicata e più forte per quanto riguarda il rispetto degli altri» è d'accordo Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale presidi.
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