Rutelli si laurea a 62 anni per fare il direttore Unesco

Dalla politica all'architettura. Ma l'ex ministro nega: "L'ho fatto per mio padre"

Rutelli si laurea a 62 anni per fare il direttore Unesco

Roma - Sì, l'hanno anche preso in giro: «Ha fatto l'università delle terza età». Gli hanno pure ricordato le parole di Antonio Manzi, il mitico maestro tv: «Non è mai troppo tardi». Ma c'era poco da sfottere e lui comunque non si è scomposto. Ha seguito i corsi e ha parlato con i professori, ha concordato la tesi e pagato il ricongiungimento degli esami, ha studiato di notte e durante le vacanze. E domani Francesco Rutelli, a 62 anni, arriverà alla laurea in Pianificazione e progettazione del paesaggio e dell'ambiente. E sarà pure solo un pezzo di carta, però è la carta giusta, quella che gli serve per fare curriculum e conquistare la direzione generale dell'Unesco, alla quale a quanto parte è il candidato «forte». E poi, sempre meglio fare lo studente fuori corso che pastrocchiare sul titolo come ha fatto il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli.

Rutelli nega secondi fini. «Non c'entra nulla - spiega - l'ho fatto per mio padre che era architetto, il giorno prima della sua morte lo andai a trovare con la fotocopia della delibera che assegnava il nuovo Auditorium a Renzo Piano. Ho iniziato questo percorso a fine 2014». Cioè, sostiene, ben prima che si spendesse il suo nome per la guida dell'organismo dell'Onu per la cultura. Eppure la sua candidatura gira da almeno un anno. L'attuale direttore generale, la bulgara Irina Bokova, è in scadenza di mandato. In teoria a Parigi dovrebbe andare un esponente dei Paesi arabi, che però non riescono a trovare un accordo. In questa situazione aumentano le possibilità per un italiano e l'ipotesi di Roma è appunto Rutelli, che come si sa, è in eccellenti rapporti con Gentiloni e Franceschini. Unico ostacolo, la recente nomina di Filippo Grandi ad Alto rappresentante per i rifugiati.

Si vedrà. Intanto Francesco Rutelli si gode la sua laurea. Ci ha messo quarant'anni. Non è stato un fulmine di guerra e nemmeno uno secchione, ma insomma, adesso ci è arrivato anche lui. L'ex sindaco di Roma aveva abbandonato Architettura nel 1977 e quando ha deciso di ributtarsi sui libri ha scelto un nuovo insegnamento, interfacoltà, tra la romana Sapienza e la Tuscia di Viterbo: Pianificazione e progettazione del paesaggio e dell'ambiente.

Dei 22 esami dati in passato ne ha salvati otto e altri dodici li ha superati, tra la curiosità degli studenti che si sono ritrovati nei corridoi l'ex segretario della Margherita, oltre che ex ministro dei Beni culturali e vicepremier. Ora con l'alloro tra i capelli.

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