La saga infinita dei Doris. "Ennio ci ha fatto sognare"

Il libro della figlia Sara dedicato al fondatore di Mediolanum. La moglie Lina: "Ho sposato un uomo straordinario"

La saga infinita dei Doris. "Ennio ci ha fatto sognare"
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Raccontano che da bambino andasse per i canali della campagna a cercare il ferro. Con un compagno di classe si era messo in testa di costruire una nave e di salpare verso l'ignoto. Quell'imbarcazione poi ha preso il largo e il viaggio non è mai finito, anche se lui, Ennio Doris, non c'è più.

Ci sono occhi che luccicano sotto i vetri della serra; la grande casa di Tombolo, immersa nella pioggia d'autunno, è una poesia di nostalgia, ma il sentimento, almeno a queste latitudini, è una bussola che marcia verso il futuro. «Avanti, - scrive Sara Doris nel libro Ennio, mio padre, Piemme, presentato davanti a parenti e manager insieme al direttore del Giornale Alessandro Sallusti - sempre avanti, senza dimenticare il principio che muove ogni cosa, che è un segreto molto, molto semplice: l'amore».

Scorrono le immagini e si sentono le parole del banchiere che ha rivoluzionato la finanza italiana e inventato Mediolanum e si capisce che per una volta la vita non è stata un tradimento ma la realizzazione di quegli ideali: è il verbo basato sull'empatia verso il prossimo che il fondatore, insieme grintosissimo e quasi messianico, lancia in quelle convention di qualche anno fa. Sara racconta un piccolo episodio di un umile personaggio, il falegname che mostra i calli a Ennio: «Signor Doris, se lei farà fruttare i miei risparmi, fra quindici anni potrò permettermi il lusso di ammalarmi. Quel giorno papà capisce che certe divisioni fra credito e assicurazione non rispondono ai bisogni della clientela».

Osservazione & umiltà.

Alessandro Sallusti invece si sofferma su un momento drammatico della storia tricolore, la sera della caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011. «Mi chiama Berlusconi e mi dice: Tieni aperto il Giornale, vado a dimettermi. Aggiunge che i suoi l'hanno sconsigliato ma lui ha voluto ascoltare solo il parere di Doris e Doris è stato decisivo: Silvio, ti stanno facendo una porcata, ma per il bene dell'Italia lascia Palazzo Chigi».

Momenti alti e attimi che sfuggono ai riflettori, il metro di Doris è sempre lo stesso: Fate come gli alberi: cambiate le foglie, ma mai le radici. Potete cambiare le vostre idee, ma mai i vostri principi.

Massimo, oggi l'amministratore delegato del gruppo, lo scrive nella prefazione: «Lo scopo mio e di mia sorella Sara è far crescere Banca Mediolanum nei valori che la nostra famiglia ci ha infuso e donato». «Papà - aggiunge Sarà prima di abbracciare il fratello seduto in prima fila - ci ha insegnato a sognare».

Diceva il grande Chesterton che la cosa più incredibile dei miracoli è che qualche volta accadono. Deve essere la stessa cosa per i sogni. Il problema è saper guardare oltre l'orizzonte corto e scuro che spesso ci sovrasta. Il dodicenne Ennio, già patito di ciclismo, si dispera perché Coppi ha perso la tappa del Giro. Ennio, guarda che c'è anche domani, gli sussurra papà Alberto. Coppi vincerà quel Giro e quella frase scavalcherà il tempo ispirando il figlio e i nipoti. «Mio nonno nemmeno ha mai saputo - conclude Sara - che aveva detto qualcosa di più grande di noi e che noi custodiamo come u tesoro».

Certo, quella dei Doris è una saga che prosegue, non una favola perbenista, e anche uno specchio per il capitalismo italiano che attraversa un'epoca così difficile e nebulosa.

Alla fine sul palco sale la signora Lina che riassume tutto in una parola: «Grazie». E poi declina gli inizi: «Per Ennio ho fatto tutto, per mio marito facevo anche l'autista». Sorride quasi divertita e raccoglie l'applauso della sala. La nostalgia ha i colori della festa.

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