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Sala si rifugia nello scaricabarile. "Non c'è allarme e le responsabilità sono del Viminale"

"Sulla sicurezza è evidente che alla fine le colpe sono sempre del sindaco ma le leve sono soprattutto nelle mani del Ministero dell'Interno, attraverso i suoi rappresentanti, prefettura e questura, e delle forze dell'ordine"

Sala si rifugia nello scaricabarile. "Non c'è allarme e le responsabilità sono del Viminale"

«Sulla sicurezza è evidente che alla fine le colpe sono sempre del sindaco ma le leve sono soprattutto nelle mani del Ministero dell'Interno, attraverso i suoi rappresentanti, prefettura e questura, e delle forze dell'ordine». È l'incipit dello scaricabarile di Beppe Sala dopo la tragedia sfiorata lunedì a Milano. Un 23enne marocchino durante un tentativo di rapina ha ferito con un coltellino sei passanti, il più grave un 68enne ancora in ospedale. «Rimane il fatto che bisogna lavorare insieme». Appunto. Il Comune dispone di 3mila vigili più impegnati a fare multe che a presidiare il territorio. E la linea di chi governa dovrebbe essere la tolleranza zero. Sala interviene il giorno dopo con un video su Instagram. «Non mi sottraggo certo dal commentare quello che è successo» lunedì «intorno alla Centrale. È un fatto assolutamente grave. E lasciatemi anche premettere - aggiunge - che io non ho mai detto che non c'è un tema di sicurezza, sfido chiunque a trovare mie dichiarazioni in questo senso. Ho detto e lo ribadisco che Milano non è in emergenza. E chi vuole dimostrare il contrario provi a farlo». Sostiene che «quasi tutte le grandi città del mondo vivono questo tipo di problemi. Non si può fare nulla? Certamente no, si può e si deve fare di più». Dopo le Politiche i sindaci e prefetti delle grandi Città metropolitane di Roma, Napoli e Milano hanno chiesto al ministro di aprire un tavolo permanente sulla sicurezza. Il piano è partito dalle stazioni. I dati freschi della prefettura di Milano sui primi due mesi di controlli: 27mila controlli, 337 denunce, 157 espulsioni, trentadue arresti. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ieri si è «complimentato con la Polizia di Stato per l'arresto in tempi brevi», ha sentito il prefetto di Milano Renato Saccone e aveva intenzione di chiamare Sala per «verificare insieme» la possibilità di «intensificare e estendere nelle vie intorno alla Centrale» i controlli attivati all'interno della stazione dal 16 gennaio.

Sala ha sentito il ministro, «con il prefetto sono in contatto da ieri sera (lunedì, ndr), avendo passato una notte non serena». Il sindaco e Piantedosi si sono trovati d'accordo sulla necessità di avere più agenti a Milano non solo nella zona della Stazione ma anche «su altri luoghi delicati come le aree della movida». Parentesi polemica: «L'autore era già stato fermato precedentemente. Ma se facciamo arresti e poi persone pericolose vengono rimesse subito in libertà, siamo punto e a capo». Secondo Sala «la morale alla fine è sempre la stessa, nessuno ha la bacchetta magica. Serve tantissimo lavoro e i milanesi sanno che se c'è da lavorare io ci sono sempre». Ringrazia le forze dell'ordine e i cittadini che «nonostante il rischio» sono intervenuti. «Continueremo a operare in questa direzione. La sicurezza non è di destra nè di sinistra, eviterò sempre le strumentalizzazioni e continuerò a fare quello che serve» ossia «farmi dare più persone in divisa».

Il vicepremier Matteo Salvini commenta quasi in diretta su Rtl 102.5 la notizia che «l'accoltellatore è un 23enne immigrato irregolare», ha anche un precedente per furto con strappo che risale al mese scorso.

«Bisogna garantire asilo solo a chi scappa dalla guerra ed essere efficienti nei confronti di chi delinque in Italia - ribadisce il leader della Lega -. Più agenti, telecamere, controlli, espulsioni, sicurezza. Nonostante attacchi e critiche di certa sinistra che anche oggi fa finta di niente, siamo al lavoro per questo».

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