"Il salario minimo crea disoccupati"

Gli studi internazionali: non aiuta i più deboli e spinge le imprese all'automazione

"Il salario minimo crea disoccupati"

Il salario minimo è la risposta sbagliata a un problema vero, quello del cuneo fiscale. E infatti il Pd l'ha sposata: «È una delle grandi priorità», dice Enrico Letta. L'unica cosa sensata la chiede Confindustria, diminuire il gruzzoletto in tasca allo Stato. «Dell'assegno di 3mila euro che stacca un'azienda, solo 1.500 vanno al lavoratore», sintetizza Antonio Tajani (Forza Italia). Il problema è lì. Chi pensa che aumentando il salario minimo aumentino gli stipendi e si sblocchi il mercato del lavoro dovrebbe leggere gli ultimi report internazionali, come hanno fatto gli esperti del Centro studi Fiscal Focus, guidato da Antonio Gigliotti. Il salario minimo aumenta la povertà dei lavoratori a bassa qualifica, incentiva l'automazione e prova a scaricare su consumatori e imprese i costi del welfare. Arindrajit Dube dell'University of Massachusetts, nel suo Impacts of minimum wages: review of the international evidence dice: «La perdita di posti sarà maggiore quando i lavoratori poco qualificati sono più facilmente sostituibili». Durante il Covid la catena Hilton ha sviluppato un'applicazione per il cosiddetto contactless check-in. Ma basta farsi un giro nei supermarket o aver fatto una volta benzina per scoprire che certi impieghi sono già in via d'estinzione. Nel rapporto Survival of the fittest dell'Università di Harvard emerge che salari minimi più alti incrementano la chiusura dei ristoranti, settore già devastato dalla pandemia. Perché? Chi paga il salario minimo? O l'imprenditore riduce guadagni e investimenti o scarica il costo sui consumatori. Secondo lo studio Who Pays for the Minimum Wage? di Commissione Ue e Università di Londra in Ungheria è andata così nel 75% dei casi. Nel 2021, una ricerca pubblicata sulla Harvard Business Review su un campione di negozi in California rivelò invece che per ogni aumento di un dollaro del salario minimo, le aziende risposero con più lavoratori (+27,7%) per meno ore (-20,8%), meno salario (-13,6%) e meno benefit.

Se nel 1994 secondo il Jobs Study Ocse «la scelta del salario minimo legale come strategia anti-povertà» era «rischiosa per l'impatto sull'occupazione», nel 2018 la stessa Ocse sottolinea come il salario minimo disincentivi gli investimenti esteri perché irrigidisce il mercato del lavoro e lo rende meno attrattivo. E se il costo del salario minimo avesse solo il compito di «sgravare» le finanze pubbliche ed i relativi sistemi di welfare (cioè i costi del Reddito M5s) su imprese e consumatori, oggi che l'Europa pretende di nuovo rigore nei conti pubblici, come malignamente osserva Fiscal Focus? Sarebbe un'autogol. Il sistema italiano sconta una percentuale enorme di disoccupati di lunga durata (secondo Eurostat sono il 51% dei percettori del Reddito M5s).

Perché assumere a costi alti personale a bassa competenza che già percepisce un reddito? L'epitaffio finale sul salario minimo è firmato dallo studio Minimum Wages di David Neumark and William L. Wascher apparso sulla rivista del Mit: riduce le opportunità di lavoro, riduce i salari degli individui meno qualificati e redistribuisce i costi tra le famiglie a basso reddito. È questo che vuole il Pd?

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