Sale ancora il tasso di positività. "Puntiamo a 3mila casi in meno"

Con 10mila infetti al giorno potremmo tornare a tracciare i contagi. Il Veneto nuova maglia nera

Sale ancora il tasso di positività. "Puntiamo a 3mila casi in meno"

Sono 13.720 i positivi registrati ieri dal Ministero della salute. Il dato potrebbe sembrare migliore rispetto a quello del giorno precedente. Ma lo è solo in parte. Al netto della «variabile del fine settimana», in cui notoriamente vengono analizzati meno tamponi, i numeri di ieri dicono che è salito il tasso di positività: dall'11,5% al 12,3%. Equivale a dire che su cento test processati, 12 sono risultati positivi. Quindi meno contagi ma anche meno tamponi, poco 52mila in meno (da 163.550 a 111.217).

Sfumature? Mica tanto. È vero che per capire il reale andamento delle infezioni è più utile un'analisi dei dati di tutta la settimana anziché un confronto fra singole giornate. Ma è altrettanto vero che per tornare a tenere sotto controllo l'epidemia bisogna scendere ad altre cifre. Un traguardo significativo, che permetterebbe anche di tornare a tracciare i contagi e quindi a domare i focolai, sarebbe 5-10mila casi al giorno, non di più. E anche il tasso di positività dovrebbe scendere dal 12,5% di ieri almeno al 10%. Tuttavia l'obbiettivo non è poi da dare così per scontato, anzi.

Visti i comportamenti dei giorni scorsi, gli assembramenti nelle vie dello shopping e le feste clandestine organizzate nelle ville private, la direzione imboccata sembra ben diversa.

«Il momento è delicato: se non si fa attenzione adesso, prima di Natale, si rischia una terza ondata a gennaio, mescolata all'ondata influenzale» ha commentato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid della Liguria.

È quindi più che mai necessario rendere più marcato l'appiattimento della curva dei contagi: non basta che i numeri smettano di crescere, devono anche stabilizzarsi per più giorni e poi calare per dire che stiamo andando nella direzione giusta.

Invece al momento le vittime sono ancora state 528 in 24 ore (564 il giorno prima), facendo salire il numero dei decessi a 60.606 dall'inizio dell'epidemia. I nuovi ingressi in terapia intensiva sono stati 144, 72 in meno. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 133 più di domenica.

I bollettini di questi giorni sono particolarmente delicati per alcune regioni, che si giocano il declassamento o meno nella scala dell'allerta. La regione con più casi è il Veneto (2.550) ma il governatore Luca Zaia rileva comunque «una timida flessione della curva». A seguire Emilia Romagna (1.891), Lombardia (1.562), Lazio (1.372) e Campania (1.060).

Tuttavia in Lombardia calano i ricoveri in terapia intensiva e il dato ci dice che, in qualche modo, i contagi causano decorsi meno gravi, tali da giustificare un ritorno alla zona gialla anziché arancione.

Continua a salire il numero di morti fra i medici italiani nella pandemia.

I decessi tra i camici bianchi sono 233 in base a quanto riporta l'elenco dei caduti tristemente (e quotidianamente) aggiornato sul sito dei medici della Fnomceo. Deceduti in questi giorni anche altri due farmacisti, facendo lievitare la lista delle vittime per Covid a 22.

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