Ha toccato i cavi elettrici della ferrovia o è stato travolto da una scarica vicina ed è stato folgorato all'istante dall'alta tensione trasmessa ad oltre 3mila volt, prima di essere sbalzato a terra per due metri cadendo da un'altezza di quattro. Un 14enne friulano si trova in gravi condizioni al centro grandi ustionati di Verona, dove è ricoverato con bruciature sul 15% del corpo.
Accade tutto nella notte tra venerdì e sabato nella stazione Villa Opicina, sul Carso triestino. Il ragazzino sta trascorrendo la tarda serata con alcuni amici, quando intorno alle tre del mattino sale su un carro merci e resta fulminato in un istante. La scena che si palesa davanti agli occhi degli amici è scioccante, con un bagliore simile a quello di un fulmine che colpisce un albero. Scatta subito l'allarme dei ragazzi, che portano sui binari un equipaggio sanitario a bordo di un'ambulanza e di un'automedica. La macchina dei soccorsi è ingente e immediata: mentre la centrale di Mestre disattiva l'energia elettrica e il personale della Rete ferroviaria italiana sospende il traffico su rotaia, in stazione arrivano anche i vigili del fuoco, gli agenti della polizia ferroviaria e della Polizia di Stato. Proprio alla Polfer gli amici hanno raccontato che mentre stavano giocando in una zona nella quale sono fermi sui binari alcuni vagoni, sono improvvisamente comparsi degli animali selvatici, probabilmente cinghiali. Nel tentativo di mettersi in fuga e non essere aggredito, insomma, il 14enne sarebbe salito su quel carro merci, ritrovandosi in un'area ad alto rischio senza rendersene conto. Secondo alcuni esperti il 14enne potrebbe non aver toccato i cavi elettrici, bensì si sarebbe trovato letteralmente avvolto da un «arco voltaico», una scarica innescata anche una distanza quasi un metro. In condizioni come quelle della notte triestina di venerdì, l'umidità potrebbe anche averne peggiorato l'effetto. Insomma, potrebbe essere bastato che il 14enne si sia avvicinato pericolosamente alla zona per rimanere folgorato. Ma saranno le ricostruzioni a seguito delle indagini e dei rilievi delle forze dell'ordine a chiarire l'esatta dinamica dell'incidente. I precedenti di tragedie analoghe in Italia, d'altronde, non mancano: negli anni vittime dell'alta tensione sono stati migranti nascosti e giovani ma anche gli operai stessi delle ferrovie - personale qualificato ed esperto. Lo scorso anno, ad esempio, a Ventimiglia è morto un migrante che si era rifugiato sul tetto di un treno regionale francese e che forse si era addirittura aggrappato ai cavi. Uno dei tanti drammi della disperazione ai confini del nostro Paese, che spesso si consumano nel silenzio. Diverso è invece il caso di Opicina di Trieste. Tutta la città, intanto, resta con il fiato sospeso al fianco della famiglia del minorenne, che in queste ore sta lottando tra la vita e la morte.
Inizialmente condotto all'ospedale di Cattinara, nel reparto di terapia intensiva, l'adolescente è stato trasferito nel nosocomio veronese a causa delle profonde ustioni su parte del corpo. Solo in seguito sarà importante capire se a provocare l'incidente è stato davvero un branco di cinghiali.
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