Salvini contro il reato di tortura: "La polizia deve fare il suo lavoro"

Poliziotti contro il ddl che introduce il reato di tortura. Anche il centrodestra in piazza: "Dalla parte di chi ci tutela"

Salvini contro il reato di tortura: "La polizia deve fare il suo lavoro"

"La Corte europea dei diritti umani potrebbe occuparsi di altro". Matteo Salvini non ha alcuna ombra di dubbio sul reato di tortura: "Carabinieri e polizia devono poter agire liberamente". E, manifestando davanti a Palazzo Chigi al fianco dei poliziotti del Sap, rilancia: "Per qualcuno che ha sbagliato non devono pagare tutti. Se un delinquente cade mentre è fermato e si sbuccia un ginocchio, cazzi suoi". Una posizione condivisa da tutto il centrodestra. "Io sarei addirittura per introdurre una sorta di daspo per chi intona cori diffamatori e lesivi della dignità di polizia e carabinieri - tuona Viviana Beccalossi di Fratelli d'Italia - in Italia c’è qualcuno che fa di tutto per indebolire il ruolo delle forze dell’ordine".

Centinaia poliziotti - liberi da servizio - sono scesi in piazza in 100 punti strategici di Roma e Milano per opporsi al disegno di legge, in discussione in parlamento, che introduce il reato di tortura. "Esistono già in Italia - spiega Gianni Tonelli, segretario generale del Sap - fattispecie di reato che puniscono pesantemente gli eventuali abusi delle forze dell’ordine". Il ddl in discussione nasconde, infatti, la volontà di punire le donne e gli uomini in divisa, strizzando l’occhio al partito del’Antipolizia e degli allergici alle divise. "Non si tratta - puntualizza Tonelli - di una battaglia corporativa, ma non accettiamo che, dietro una presunta battaglia di civiltà, si possa pensare di penalizzare l’attività dei poliziotti e carabinieri". A far quadrato attorno ai poliziotti si sono subito schierati i principali esponenti del centrodestra. Oltre a a Salvini, anche il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni secondo cui il reato di tortura è stato "creato ad hoc" dalla sinistra per "sanzionare le forze dell'ordine" e "non farle operare". Nel nostro ordinamento esistono già delle aggravanti per punire severamente gli abusi delle Forze dell’Ordine e non c’è alcuna necessità di introdurre norme di questo tipo, che servono solo a colpire chi difende la nostra sicurezza. "Non stupisce che a proporre queste norme siano gli stessi governi che depenalizzano centinaia di reati e che ci hanno regalato ben cinque decreti Svuota carceri in quattro anni", commenta Giorgia Meloni ricordando che Fratelli d'Italia è dalla parte degli uomini in divisa.

Completamente in disaccordo con i poliziotti si è, invece, schierato il Partito democratico. "Gli attacchi di queste ore sono del tutto fuori misura - tuona Walter Verini, capogruppo del Pd in commissione Giustizia - quello che deve essere colpito è l’abuso o casi di violenza ingiustificata come, per esempio, quelli alla Diaz su cui, non dimentichiamolo mai, un grande poliziotto come Antonio Manganelli ebbe il coraggio di chiedere scusa".

"Avremmo auspicato che il dibattito sull’introduzione del reato di tortura venisse condotto con la compostezza e l’equilibrio che la serietà del tema certamente impone", ha aggiunto in serata Lorena La Spina, segretario dell’Associazione

nazionale funzionari di Polizia (Anfp). Ha poi detto: "Non ci appassiona, quindi, l’atteggiamento di quella parte del mondo sindacale, che fa dell’ideologia corporativa e demagogica uno strumento di ricerca del consenso".

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