«Qualora il prezzo dei carburanti dovesse superare di nuovo i 2 euro, il governo potrebbe intervenire con un taglio delle accise». È quanto ha sottolineato ieri il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. «Contiamo che la benzina non torni sopra i 2 euro», ha detto il leader leghista ricordando che «l'accordo è che, qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall'Italia, si arrivasse a quell'aumento, il governo interverrà come è stato già fatto l'anno scorso; adesso però siamo a 1,8 euro e conto che il 2 davanti non lo si vedrà più». Alla sortita di Salvini, che però non ha specificato l'indicatore per il prezzo di riferimento, ha replicato in qualche modo il ministero delle Imprese. «In uno scenario internazionale di forte rimbalzo delle quotazioni di benzina e diesel, in Italia i prezzi continuano a scendere», si legge in una nota del Mimit nel quale si specifica che «secondo i dati dell'Osservatorio dei prezzi, il prezzo medio di lunedì 6 febbraio è di 1,867 euro/litro per la benzina e di 1,878 euro/litro per il gasolio, segnalando una diminuzione rispetto alla settimana precedente».
Ieri è stata anche la giornata della nuova riunione del tavolo di filiera sulla distribuzione carburanti. «Abbiamo aperto un confronto continuativo, non occasionale o strumentale, per rispondere e risolvere le questioni che i rappresentanti del settore ci hanno sottoposto», ha dichiarato il ministri Adolfo Urso confermando la presentazione di «un provvedimento organico di riordino del settore». Tra i temi principali del tavolo, la ristrutturazione della rete di distribuzione e sviluppo della rete delle ricariche elettriche; i contratti dei distributori di carburanti e gli strumenti di pagamento elettronico (le commissioni incidono negativamente sul margine dei benzinai). Le associazioni di categoria sono rimaste abbastanza soddisfatte per quanto riguarda l'ascolto delle loro richieste, ma il tema divisivo è il dl Trasparenza con i relativi obblighi di esposizione del cartello con i prezzi medi regionali dei carburanti e le multe per chi non comunica i dati fino al ministero che arrivano fino a 2mila euro. «Abbiamo chiesto a gran voce - ha detto il presidente Faib Giuseppe Sperduto - di fermare le forzature nei controlli già in atto, quando ancora la legge in questione non è stata approvata e disciplinata».
E proprio sul decreto si è svolta ieri una nuova riunione di maggioranza alla Camera per sciogliere il nodo dell'esposizione del prezzo medio. Le posizioni sono rimaste invariate: Fdi a favore, Fi contro e la Lega in mezzo. Entro martedì quando inizieranno i voti in commissione si spera di trovare una sintesi.
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