Salvini respinge "i profughi del M5S"

Il leghista: "Non raccatto transfughi". E chiede al Cav un comizio insieme

Salvini respinge "i profughi del M5S"

Roma - Matteo Salvini rilancia su sicurezza e abolizione della legge Fornero, e dice no alla possibilità di «raccattare transfughi e profughi politici» provenienti dalle liste M5s. Una risposta a Berlusconi, che pur dicendosi convinto della vittoria del centrodestra, non aveva chiuso la porta ai candidati grillini tagliati fuori del Movimento dopo gli scandali. Il segretario leghista invece è netto: «Non voglio minestroni fuori stagione. Potevano selezionare meglio prima i loro candidati». A dieci giorni dal voto, è vivo il derby per agguantare lo scettro di prima forza della coalizione. E per conquistare il diritto, in caso di vittoria, a indicare il nome del premier, la Lega punta sui suoi temi classici.

Innanzitutto la sicurezza. Ieri a Palazzo Madama è stato presentato l'uomo scelto dai leghisti per gestire il comparto. Si tratta di Umberto Rapetto, generale in congedo della guardia di finanza. Un super manager «per la sicurezza degli italiani, dal cyberbullismo alle difese della rete e delle comunicazioni», ha detto il numero uno del Carroccio. Che sul tema non ha risparmiato una frecciata a Matteo Renzi. Quando si parla di sicurezza, deve «prevalere la competenza e non l'amicizia a questo o a quello», ha detto Salvini. Un riferimento alla vicenda di Marco Carrai, l'imprenditore amico di Renzi che fu a un passo dall'essere messo a capo del team di Palazzo Chigi per la sicurezza digitale.

L'altro cavallo di battaglia della Lega è l'abolizione della legge Fornero. La riforma delle pensioni varata dal governo di Mario Monti è il bersaglio preferito del candidato premier della Lega. Secondo Berlusconi, Salvini fa della Fornero una questione di principio. Per il leader di Forza Italia, la normativa va corretta, ma non smantellata del tutto. Il segretario leghista invece tira dritto: «È una legge ingiusta, sbagliata. La cancellerò, fosse l'ultima cosa che faccio», ha scandito.

Sulla possibilità di arrivare davanti al partito guidato da Berlusconi, c'è ottimismo: «Tra un mesetto mi intervisterete da premier, gli italiani vogliono questo cambiamento», ha detto Salvini al programma di Radio1 Un giorno da pecora. In parallelo, la Lega è impegnata nella sfida con Fratelli d'Italia per conquistare i voti della destra. Salvini liquida le polemiche di Giorgia Meloni sull'assenza degli alleati alla manifestazione anti-inciucio convocata da Fdi domenica scorsa: «Abbiamo tanti difetti, ma non quello di tradire il mandato degli elettori. E poi ho tanti impegni in campagna elettorale, non posso inseguire le manifestazioni degli altri». Fdi continua però a chiedere un'iniziativa unitaria della coalizione, «magari in una città del Centro Sud», ha detto la Meloni.

Che poi ha provocato gli alleati: «Se non saranno interessati, si saprà ancora una volta chi ha cercato di lavorare per l'unità e chi no». Salvini ha raccolto la sfida: «Giovedì primo marzo ho prenotato il Teatro Brancaccio a Roma, lo facevo come Lega e lo apro molto volentieri a tutta la coalizione del centrodestra per fare squadra».

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