Salvini scende dalla ruspa e si allinea al capo dello Stato

Il leader della Lega sceglie la linea morbida dopo le critiche del Colle: sono contento che Mattarella parli di sicurezza

Salvini scende dalla ruspa e si allinea al capo dello Stato

Nessuna contrapposizione frontale. Nessun controcanto, esplicito o velato. Nessuna risposta al vetriolo alle parole di Sergio Mattarella, un discorso di fine anno nel quale in molti hanno letto una critica neanche troppo in filigrana al governo gialloverde e un chiaro desiderio di controbilanciare il populismo dell'esecutivo con un richiamo forte e unitario all'istituzione e al senso di comunità.Matteo Salvini - parlando nella notte di Capodanno da Bormio su Facebook dopo aver sorseggiato «spumante della Valtellina perché lo champagne lo abbiamo abolito» e poi in piazza con i militanti leghisti - sceglie di volgere a suo favore il discorso del capo dello Stato. Dopo un comunicato con cui fa sapere di «condividere le riflessioni del Presidente, le faccio mie, col lavoro che ho già fatto e quello che farò nei prossimi mesi», il leader della Lega ringrazia Mattarella per aver messo al centro il tema sicurezza, rivendicando questa scelta come una sua vittoria.

«Sono contento che il presidente Mattarella abbia iniziato il suo discorso parlando di sicurezza, dicevano che interessava solo a me» dice il vicepremier. «Il mio non è un contromessaggio, ma un ringraziamento a voi. L'Italia ha riconquistato i suoi confini, la sua sicurezza. E tutto questo grazie a voi». Salvini dedica un passaggio alla ripresa della centralità italiana, al sovranismo che gli è caro: «Dobbiamo prendere in mano l'Italia ereditata dai nostri padri e dai nostri nonni e quell'Europa nata da un grande sogno. Tra qualche mese c'è la battaglia delle battaglie, una di quelle che passano una volta ogni cento anni: a maggio con le Europee possiamo portare la rivoluzione del sorriso in Europa». Poi l'attenzione si sposta sul miracolo Lega, su quella forza che mai nessuno «avrebbe immaginato al governo, così come prima forza».

Salvini rivendica i suoi successi nella lotta all'immigrazione irregolare. «L'anno si chiude con 100mila sbarchi in meno, migliaia di problemi in meno, tantissime vite salvate. Abbiamo dimostrato che volere è potere. Pensiamo solo all'anno scorso. C'era Gentiloni presidente del consiglio, la Boldrini presidente della Camera e ne arrivavano a centinaia di migliaia. In sei mesi abbiamo bloccato gli sbarchi perché in Italia si entra solo chiedendo permesso e per favore. Si facevano solo dei gran regali a chi campava di immigrazione clandestina e anche a Bormio se ne sa qualcosa di gente che va in giro a vagare per 35 euro». Infine il leader della Lega ricorda che «a inizio anno in Parlamento arriva la legittima difesa, perché se uno entra in casa mia ho diritto di difendermi senza andare sotto processo». Poi ringrazia «uno per uno i membri di questo governo perché stiamo mantenendo gli impegni. Questo è il governo della normalità, della concretezza, della coerenza, senza padrini e padroni. Non avevamo tanti amici nei salotti che contano prima e non li abbiamo adesso, semplicemente perché restituiamo dignità agli ultimi».

Il canovaccio di inizio anno è dunque coerente con il discorso di piazza del Popolo e con la svolta moderata e inclusiva dell'8 dicembre.

Mentre ai Cinquestelle e alla loro proposta «acchiappaconsenso» di taglio degli stipendi dei parlamentari è riservata una nota serale: «Giusto tagliare sprechi e spese inutili, è nel contratto di governo e lo faremo. Ma per la Lega le priorità degli italiani sono cose più concrete come tasse e cancellazione della Legge Fornero».

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