Salta il tavolo a Helsinki. Scintille tra Italia, Francia e Germania sulla gestione dei flussi migratori. A far scoppiare le lite è stata la richiesta avanzata da parte di Salvini e di Malta di cambiare le regole sul primo porto sicuro. Il titolare degli Interni ha ricordato il caso Carola Rcakete e di fatto ha sottolineato come le ong con le loro mosse tentino di sostituirsi agli Stati nazionali: "SeaWatch3 ha violato le leggi italiane e ha speronato una motovedetta", ha sottolineato il ministro. Salvini questa mattina è stato impegnato in un serratissimo confronti con i ministri dell'Interno di Malta, Germanie e Francia. Da Berlino e da Parigi emerge il pressing per far passare un documento che interviene proprio sulle regole sugli sbarchi. Una mossa che non è stata affatto digerita da Malta e Italia che hanno fatto saltare l'accordo con Berlino e Parigi.
Malta e Italia contestano l’idea del primo porto sicuro di approdo per gli immigrati (temendo di doversi sobbarcare tutto il peso degli arrivi) e immaginano che la redistribuzione dei soli profughi lasci nei primi Paesi di arrivo i clandestini, difficili da espellere. Salvini dopo la rottura al tavolo di Helsinki ha invitato Francia, Germania e Malta ad un nuovo vertice a settembre per discutere ancora una volta delle regole sull'immigrazione. Nel corso del vertice di Helsinki, dopo un primo confronto con i tecnici, i ministri hanno dialogato da soli per provare ad avvicinare le posizioni. Salvini ha insistito per rafforzare l’impegno per prevenire le partenze e incrementare le espulsioni, anche inserendo una lista di Paesi sicuri "per cui prevedere delle riammissioni automatiche. Perchè un conto sono gli arrivi da zone da guerra, un altro da Tunisia o Albania". Niente da fare, come detto, sul principio del "porto più vicino per l’approdo", fermo restando l’imperativo di salvare le vite. Insomma ancora una volta l'asse franco-tedesco volta le spalle all'Italia e in questo modo lascia sulle spalle di Roma e di La Valletta il peso degli sbarchi dei migranti che partono dalla Libia. Eppure sul fronte delle ong sia Berlino che Parigi hanno più volte chiesto all'Italia di aprire i porti per permettere gli sbarchi dei migranti. Il tutto tenendo i porti di Francia e Germania chiusi. Una doppia morale che inasprisce ancora di più lo scontro tra il nostro governo e le cancellerie europee. La partita dell'immigrazione passa anche da quella per le nomine Ue.
Il "no" del Carroccio alla Von der Leyen alla guida della Commissione potrebbe avere ripercussioni anche nei rapporti tra Berlino e Roma. Il segnale di Helsinki è chiaro. Francia e Germania hanno un solo obiettivo: lasciare in Italia i migranti che sbarcano e convogliare sulle nostre coste tutti quelli salvati dalle ong.
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