Elezioni ma anche sfida diretta con Berlusconi per la Lega, che per la prima volta si è presentata senza la parola «Nord» e con lo slogan «Salvini premier» nel simbolo. Il segretario federale non aveva nascosto di puntare altissimo, «attorno al 20%, saremo la prima forza del centrodestra» ha detto prima del silenzio elettorale. E i risultati delle urne sembrano dargli ragione. Secondo le proiezioni di Swg per La7 la Lega di Salvini raggiunge il 17,5%, un assoluto record storico per il Carroccio che alle politiche non ha mai superato il 10%, picco massimo toccato da Bossi nel'96. Si tratterebbe di oltre il quadruplo rispetto al dato della Lega alle politiche del 2013, allora guidata da Roberto Maroni. Una performance che farebbe sfiorare al partito di Salvini, con il crollo del Pd, il secondo posto tra i partiti nazionali dopo il M5s.
Poi c'era la partita interna con Forza Italia, che Salvini puntava di superare con un margine ampio per chiudere ogni discorso sulla designazione del nuovo leader della coalizione e dell'eventuale premier di un governo a trazione centrodestra. Le prime rilevazioni davano a lungo i due partiti appaiati (Paolo Romani di Fi parla di «una sana competizione interna per il primo posto»), ma col passare dei minuti il distacco si amplia a vantaggio dei leghisti. «In ogni caso - spiega all'Agi un esponente del partito di via Bellerio - ormai è chiaro che siamo l'asse portante dell'alleanza». Anche Brunetta concede che «se la Lega avrà più seggi», il centrodestra indicherà Salvini come premier.
I numeri fanno balenare l'ipotesi di un governo Lega-M5s, che avrebbe la maggioranza assoluta. Ma sia dagli azzurri che dalla Lega arrivano rassicurazioni sulla tenuta dell'asse di centrodestra. «È un momento storico per la Lega. Parleremo prima coi nostri alleati. Abbiamo già delle idee su che cosa fare, guardiamo al futuro con grande consapevolezza» spiega il vice segretario della Lega e braccio destro del leader, Giancarlo Giorgetti. «La Lega non è una forza antisistema, il centrodestra è una coalizione forte e coesa» assicura Brunetta. In ogni caso, l'equilibrio finale tra Lega e Fi sarà decisivo per definire quale delle due linee sarà prevalente nel centrodestra, quella più moderata ed europeista degli azzurri oppure il «populismo» euroscettico di Salvini (e Meloni). Il sorpasso della Lega cambia radicalmente i rapporti di forza che da vent'anni regolano il centrodestra. Conterà anche misurare lo scarto a livello regionale, dalle regioni del nord alle «zone rosse» dove Fi fatica mentre Salvini ottiene cifre importanti, fino al Mezzogiorno dove inizia a raccogliere i frutti di un lavoro non semplice. Nel frattempo osserva tutto dalla Francia Marine Le Pen, leader del Fn e sostenitrice di Salvini, che così commenta: «L'Unione europea passerà una pessima serata».
Il trend rialzista per la Lega di Salvini era evidente. Ancora alle ultime europee, nel 2014, con Salvini segretario federale da pochi mesi, la Lega era ancora sotto Forza Italia. Poi la prima svolta pochi mesi dopo, in Emilia Romagna, con il primo boom di Salvini al 19%, surclassati gli azzurri. Tendenza riconfermata alle regionali dell'anno dopo (in Liguria, Veneto, Marche, perfino Toscana). Col rientro sulla scena di Berlusconi sembrava potesse tornare al tradizionale equilibrio di forze, un segnale in questo senso era arrivato alle comunali di Milano. Ma il vecchio rapporto Forza Italia-Lega sembra ormai archiviato.
«Fiducioso? Molto. La situazione è buona ma sono scaramantico, aspettiamo i dati veri» ha risposto Salvini uscendo dal seggio di via Marinetti dove ha votato. Su Facebook ha postato un conto alla rovescia al voto: «Ci siamo. Dalle 7 alle 23, si vota per cambiare finalmente questo Paese: basta fare una croce sul simbolo Lega, senza scrivere altro! E voi? Siete già andati a votare?».
«La mia prima parola: GRAZIE!», invece, il suo primo messaggio sui social dopo i primi risultati. In via Bellerio, sede della Lega, il segretario è stato atteso da 150 giornalisti accreditati dal Wall Street Journal, Sky Uk, Bbc e tv e giornali francesi e russi.
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