Sarà un Def "moderato": il Pil accelera fino all'1% e spunta un mini-tesoretto

Ci sono circa tre miliardi per tagliare le tasse. Limato al ribasso l'obiettivo del 2024: +1,4%

Sarà un Def "moderato": il Pil accelera fino all'1% e spunta un mini-tesoretto

Oggi arriva in Consiglio dei ministri il Documento di economia e finanza (Def), che rivede al rialzo l'obiettivo programmatico di crescita per il 2023 all'1% (dallo 0,6% della Nadef) e vede il deficit dell'anno al 4,5 per cento. Revisione al ribasso, invece, per il 2024, dove si prevede un +1,4% (dall'1,8%) e un deficit «oltre il 3 per cento». Il debito è previsto in calo, fino al 140,9% nel 2025. Dopo l'ok al Def, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, volerà a Washington per la settimana degli spring meeting del Fondo Monetario internazionale.

Queste saranno le basi sulle quali, dopo gli aggiornamenti della Nadef, ci si baserà la prossima manovra. La revisione al rialzo delle stime per l'anno in corso dovrebbe garantire un tesoretto di circa 3 miliardi. La posizione del ministro Giorgetti sarebbe quella di destinare interamente queste risorse da extra-crescita sulla riduzione del debito o, in alternativa, concentrarlo su una sola misura, probabilmente la riforma fiscale. Il governo, infatti, fin dalle prime battute ha voluto dimostrare ai mercati la volontà di tenere la barra dritta sui conti.

I rischi per la crescita sono sempre gli stessi: l'inflazione alta importata con i prezzi petroliferi innanzitutto (ieri il Brent ha chiuso sotto gli 85 dollari al barile). È inoltre ancora in discussione il Pnrr con il decreto atteso domani in Senato. La partita dei fondi europei, infatti, è molto importante per l'Italia: senza gli investimenti del Pnrr non si potrebbe avere quell'impatto da 3,2% punti di Pil al 2026. E, a quel punto, anche la sfida del debito diventerebbe più impegnativa. Soprattutto alla luce dell'altra, fondamentale, partita europea che l'Italia dovrà affrontare: la riforma del Patto di Stabilità e crescita. Le regole europee, sospese durante il periodo della pandemia, torneranno in vigore con la fine di quest'anno, anche se dovrebbe prima essere completata la proposta di riforma in una chiave, sulla carta, più flessibile con i singoli Paesi a concordare un percorso personalizzato di rientro dal debito eccessivo.

Qui ci sarà da fare i conti con il pressing della Germania, che spinge per avere vincoli più stringenti. I tedeschi, infatti, chiedono un calo del rapporto debito/Pil dell'1% all'anno contro lo 0,5 ipotizzato da Bruxelles. Un impegno che per i Paesi ad alto debito come l'Italia sarebbe decisamente gravoso. In ogni caso le prospettive attualemente appaiono più rosee rispetto ai primi mesi dell'anno con l'inflazione che decelera anche se le tensioni sui prezzi sono state riaccese dalla recente decisione di tagliare la produzione di petrolio dell'Opec.

Altra incognita sono le politiche monetarie delle banche centrali decisamente restrittive proprio per contenere i prezzi. Su questo una proiezione più puntuale è attesa in settimana quando l'Fmi fornirà le nuove stime macro di primavera. La crescita mondiale è vista attualmente in calo attorno al 3 per cento.

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