Il sarto di Michelle tra le macerie per la sua gente

Lo stilista Gurung aiuta i soccorsi: "Non volto le spalle al mio Paese, gli devo molto"

«Ve lo chiedo con tutto il mio cuore: donate, aiutateci, aiutiamoci». L'appello arriva da uno dei nepalesi più famosi al mondo, Prabal Gurung, il 36enne stilista delle celebrità. Disegna abiti per la first lady americana Michelle Obama, ma veste anche la duchessa di Cambridge Kate Middleton, la pop star Lady Gaga e l'attrice Scarlett Johansson. Gurung è diventato l'eroe per i suoi connazionali, immortalato in alcuni scatti che lo vedono intento a sposare macerie e a estrarre corpi di persone, per fortuna ancora in vita, nell'inferno di Khatmandu.

Vive tra New York e Londra, ma da almeno una settimana si trovava in Nepal in visita ai parenti e per lanciare una campagna umanitaria a favore dei bambini affetti da malnutrizione. Ironia della sorte da testimonial si è trovato a vivere la condizione del soccorritore, spendendosi in prima persona. E questo atteggiamento sta mandando in visibilio i nepalesi, piuttosto seccati invece con il premier Sushil Koirala che avrebbe messo a disposizione poche risorse per lenire le ferite della nazione.

Nel 2013 Gurung ha acquisito la cittadinanza statunitense, ma si sente nel cuore nepalese. «Utilizzate i miei profili sui social network - scrive ai naviganti su Facebook - mettetemi al corrente su tutto quello che può tornare utile. Io mi spendo in prima persona, al resto ci pensa il mio staff a offrire sostegno e a sensibilizzare le autorità del Nepal così come quelle internazionali». Gurung ha già fatto sapere di voler organizzare entro un mese una serie di sfilate nelle capitali mondiali della moda (Milano, Parigi, Tokyo, tra le altre) per raccogliere «tutto il denaro possibile. Il Nepal mi ha dato i natali, permettendomi di diventare quello che oggi sono. Non posso voltare le spalle, mi sentirei un vigliacco. Dobbiamo davvero essere tutti nepalesi nel cuore».

Le foto dello stilista incoraggiano e animano la gente della capitale nepalese.

E mentre la polizia locale ammette di non riuscire ad estrarre dalle macerie tutti i sopravvissuti per mancanza di mezzi adatti, le mani di Gurung abbandonano filo e ago per strappare dalle fauci delle macerie carnivore esistenze. E alle sue mani si uniscono quelle di migliaia di volontari, nepalesi e turisti, in una gara di solidarietà che ha i contorni di una speranza.

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