Nuovi guai per la Cdu di Angela Merkel. Dopo il cattivo esito delle elezioni in due Länder occidentali lo scorso 14 marzo, il partito di maggioranza relativa inciampa nel terzo scandalo-mascherine nel giro di poche settimane. È stato Der Spiegel a scrivere che il ministero federale della Sanità guidato da Jens Spahn avrebbe acquistato una fornitura da 570mila dispositivi di protezione dalla Burda GmbH, azienda presso la quale è impiegato come lobbista il giornalista tedesco Daniel Funke, che di Spahn è il marito.
Il settimanale ha osservato che l'accordo «potrebbe rappresentare un conflitto d'interesse» per il ministro non ancora 41enne: la fornitura sarebbe avvenuta per assegnazione diretta, procedura in cui il ministro viene di norma coinvolto nella trattativa. Il settimanale si è allora rivolto a Burda, secondo cui «in nessun momento» Funke sarebbe stato «informato o coinvolto nella transazione». Questo è il secondo caso di opacità nei processi amministrativi in cui è coinvolto Spahn. Lo scorso ottobre il berlinese Tagesspiegel rivelò che il giovane ministro, astro nascente della Cdu nazionale, avrebbe assegnato un appalto da 100 milioni per la fornitura di mascherine all'impresa di logistica Fiege che ha sede a Greven, città del Münsterland in cui si trova proprio il collegio elettorale di Spahn.
I casi Fiege e Burda si aggiungono ai recenti scandali con protagonisti il deputato Nikolaus Löbel della Cdu (che ha ammesso di aver lucrato su un appalto-mascherine) e i deputati della formazione-sorella bavarese Csu Georg Nüßlein, Alfred Sauter e Tobias Zech (accusati di corruzione in altri casi di appalti per mascherine).
Dure le critiche dei socialdemocratici (Spd), alleati di governo di Cdu e Csu. È «immorale, illegale e irresponsabile» che i deputati abbiano guadagnato soldi attraverso la compravendita di mascherine, ha dichiarato alla Bild am Sonntag il vicecancelliere e ministro delle Finanze della Spd, Olaf Scholz. La sua intervista era precedente alla bufera su Spahn, al quale il vicecancelliere non aveva comunque risparmiato una bacchettata: «Non si può annunciare con un tweet che ci saranno tamponi gratuiti per tutti per poi fare marcia indietro perché non c'è niente di pronto. Così ci si gioca la fiducia».
Ad aggravare la situazione del ministro, domenica sono giunti i dati ufficiali del Robert-Koch Institut secondo cui il Covid-19 è tornato a correre in Germania con il tasso di incidenza di nuovo sopra la soglia psicologica dei 100 nuovi casi la settimana ogni 100mila abitanti. La cattiva stella dei moderati è confermata dai sondaggi. Nella rilevazione Sonntagstrend dell'istituto Kantar, Cdu e Csu appaiate sarebbero precipitando al 27 per cento dal 36 di gennaio mentre i Verdi godrebbero oggi del 22 per cento dei consensi (+2 punti).
Crescono anche le intenzioni a favore di Spd (17 per cento) e Liberali (10), numeri che indicano possibili maggioranze di governo senza i moderati. I tedeschi tornano al voto il prossimo 26 settembre, le prime elezioni dal 1990 senza Angela Merkel candidata.
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