II soldi raccolti dalla Uil per l'alluvione del 2013 in Sardegna? Finiti su un conto privato in una banca svizzera. Portano alla Cim Banque di Ginevra le tracce del denaro donato per gli alluvionati sardi attraverso il sindacato. All'incirca 76mila euro transitati dal conto «Uil Sardegna-Emergenza 2013» - acceso presso il Banco di Sardegna - ad uno aperto dall'istituto ginevrino ed intestato alla «Premier Relations ltd».
Una decina i bonifici eseguiti per spostare un gruzzoletto di 300mila euro in tutto, per un caso che ha già portato alle dimissioni di un dipendente bancario e che adesso rischia di travolgere i vertici regionali della Uil, con in testa la segretaria Francesca Ticca e la tesoriera Angela Lobrano, quest'ultima moglie dell'impiegato dimissionato. «Sono parte lesa in una vicenda che mi vede col conto personale svuotato», puntualizza Ticca dal canto suo, ma le ombre da fugare sembrano essere comunque tante, per di più documentate da un esposto che il direttore generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurreddu, ha depositato il 20 dicembre del 2016, facendo scattare gli accertamenti dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia (che si occupa di riciclaggio) e le indagini della Procura di Sassari. Bocche cucite tra gli inquirenti: massimo riserbo su ipotesi di reato e nomi di eventuali indagati. «Non mi risulta vi siano inchieste sulla Uil o sulla mia persona», sottolinea Francesca Ticca. Precisando, altresì, di non aver «mai dato disposizioni per bonifici all'estero» e di aver «presentato già da qualche mese una denuncia per situazioni rispetto alle quali, lo ripeto, sono parte lesa».
Fatto sta e questo nessuno lo nega che decine di migliaia di euro dati dagli italiani alla Uil per aiutare le vittime del maltempo sono stati ammassati su conti esteri. Una storiaccia che inizia con Cleopatra, il ciclone che il 18 novembre del 2013 strazia l'isola risucchiando 18 vite umane e lasciandosi dietro rovine e distruzione. Quando scatta la gara di solidarietà anche la Uil è in prima fila. Nel raccogliere le offerte, almeno. Perché quando poi quei fondi si tratta di distribuirli ai destinatari, le cose prendono una strana piega. Nell'esposto del Banco di Sardegna, centrale appare essere il ruolo di Achille Antonio Cadeddu, ammogliato Lobrano: lavora nella filiale di Villanova Monteleone, dalla quale partono a sua firma la maggior parte dei bonifici (gli altri hanno come sede d'ordine lo sportello di Putifigari). Ma la cosa non passa inosservata, perché quei soldi che prendono vie elvetiche sono in parte vincolati a una precisa finalità. Il direttore della filiale allerta la direzione generale. Cadeddu si dimette, ma la macchina delle verifiche è già in moto. Quel che emerge dai controlli, e che la denuncia del BdS riporta, è che poco più di 300mila euro cambiano di mano. Compresi i 76mila euro pro-alluvionati, che in poche ore raggiungerebbero i lidi bancari della «Premier Relations ltd» a Ginevra.
Stando all'Unione Sarda, che ieri ha fatto scoppiare il bubbone, a disporre il trasferimento sarebbe stata proprio la tesoriera, fedelissima della segretaria regionale, che però giura e spergiura di non aver mai saputo niente di quei soldi. Resta lo schiaffo agli italiani dal cuore grande ed ai sardi, puniti prima dal cielo inclemente ed ora dal sindacato.
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