Scelta controproducente. E così dissidenti a rischio

"È inappropriato per i turisti russi passeggiare nelle nostre città". Così un funzionario dell'Unione Europea citato dal Financial Times giustifica la possibile, imminente decisione Ue di bloccare i visti ai cittadini russi

Scelta controproducente. E così dissidenti a rischio

«È inappropriato per i turisti russi passeggiare nelle nostre città». Così un funzionario dell'Unione Europea citato dal Financial Times giustifica la possibile, imminente decisione Ue di bloccare i visti ai cittadini russi. Ora facciamo un passo indietro di qualche anno. Torniamo, per esempio, al 2016 quando - un giorno sì e uno no - un lupo solitario dell'Isis reclutato tra le file dei migranti islamici tentava di far strage nelle nostre città. VI immaginate quale reazione avrebbe suscitato la proposta di applicare lo stesso concetto a chi fuggiva da Iraq, Siria, Afghanistan e altri paesi diventati prime linee dello Stato Islamico?

Lo sciagurato suggerimento, bollato di islamofobia e razzismo, sarebbe stato relegato nel limbo delle idee aberranti e impresentabili da tutte le schiere di intellettuali, umanitari e politici pronti a sostenere - da Bruxelles a Roma - che i migranti hanno diritto a entrare non solo senza visto, ma anche senza documenti. Ora invece la democratica Ue pretende di mettere al bando dai propri territori 144 milioni russi colpevoli soltanto di esser nati nello stesso paese di Vladimir Putin. L'idea, è evidente, puzza di apartheid e di razzismo. Un individuo può esser messo al bando per le sue colpe, per le sue azioni o per idee particolarmente aberranti come l'apologia del genocidio. Ma un popolo non può esser messo alla berlina per le scelte di chi lo guida. E i primi a saperlo in Europa dovrebbero essere i tedeschi. Ma tra i primi a ricordarlo dovrebbe esserci Dmytro Kuleba il ministro degli Esteri ucraino sempre pronto a strigliare un'Europa troppo indecisa nel ghettizzare il popolo russo.

Nonostante gli scellerati errori commessi a Chernobyl dai capi dell'Urss Kuleba non subì, da bambino, alcuna discriminazione e venne accolto in Italia assieme a tanti altri ragazzini sovietici in fuga dalle radiazioni. Ora lo stesso Kuleba - evidentemente in sintonia con una parte della Ue - vorrebbe negare lo stesso diritto non solo ai fedelissimi di Vladimir Putin, ma anche a chi in Russia non si occupa di politica e persino ai potenziali oppositori.

Un'idea aberrante e illiberale, ma anche politicamente

controproducente. Perché come già le sanzioni anche il blocco dei visti confermerà le convinzioni di quell'80 per cento dei russi certi che l'Occidente li consideri dei nemici. E che Putin sia il loro unico e ultimo difensore.

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