Le scelte degli eletti, psicodramma Lega

Il destino dei leghisti in bilico nelle mani di Vannacci. A rischio Ceccardi e Ciocca

Le scelte degli eletti, psicodramma Lega
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Il destino (e la poltrona a Bruxelles) dei fedelissimi di Matteo Salvini è nelle «mani» del Generale. Alle 14 di ieri il primo verdetto: il Viminale ha ufficializzato l'attribuzione dei 76 seggi al Parlamento europeo. Ora si apre una seconda partita, decisiva, per gli equilibri interni al Carroccio. E sulla quale il vicepremier rischia di innescare malumori e nuove faide.

Roberto Vannacci è eletto in 4 circoscrizioni (Centro, Sud, Nord-Est e Nord Ovest) su 5. La Lega conquista 8 seggi. Dalla scelta di Vannacci, a cascata, dipende il futuro politico di un pezzo del gruppo dirigente leghista. Al Centro, Vannacci è primo mentre al secondo posto si piazza Susanna Ceccardi, europarlamentare uscente e pasdaran del Capitano. Se Vannacci accetta il seggio, Ceccardi resta a casa. Lei sdrammatizza: «Mia elezione appesa al basco del generale». Nel Nord Ovest di seggi per il Carroccio ne sono scattati tre. È il miglior risultato su scala nazionale. Al momento risultano eletti: Vannacci, Silvia Sardone e Isabella Tovaglieri. In quarta posizione, come primo dei non eletti, c'è Angelo Ciocca, un ex bossiano, ora convertito a Salvini. E pare che Vannacci possa optare proprio per il Nord Ovest, lasciando a casa Ciocca. Una decisione condivisa con il leader del partito, che vorrebbe, così, spedire un messaggio punitivo al gruppo del nord per le continue polemiche. Il tema Bossi (l'annuncio di aver votato Forza Italia) accende il post voto nel Carroccio.

Ceccardi attacca Bossi: «Ha dimostrato di non tenere alla Lega». Più morbido il sottosegretario Alessandro Morelli: «Mi sento tradito da un padre». Nel partito avanza l'ipotesi di un'espulsione per il fondatore.

Nel dibattito interno fa il suo esordio Vannacci: «Non ho detto che Bossi è un traditore e non lo direi mai. Ho fatto l'esempio tratto dalla vita personale: se un amico ti volta le spalle si comporta in maniera molto discutibile. Ritengo comunque che le tante polemiche a ridosso del voto abbiano fatto presumibilmente scendere la percentuale alla quale la Lega si sarebbe potuta attestare. Sono comunque convinto che la Lega sia alla vigilia di un grande rilancio. Ne sono certo» - commenta ad Affari Italiani. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana avverte: «Su Bossi non scherziamo, non si può fare nessun accenno. Bossi è il fondatore, ha consentito a tutti di svolgere attività. Bossi non si tocca». C'è chi però si schiera al fianco del senatur: «Bossi va ascoltato» dice l'ex sottosegretario Paolo Grimoldi della Lega. Salvini tiene il profilo basso: «Ascolterò e poi valuterò. Bossi avrebbe espulso per molto meno».

Resta calda la partita degli incastri per gli eletti. Al Sud, dietro Vannacci (eletto) c'è mister preferenze Aldo Patriciello che spinge per entrare sulla base di un accordo tra Lorenzo Cesa e Salvini.

Nel Nord Est sono due i seggi: oltre Vannacci, ottiene il pass per Bruxelles il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint. Spera nel ripescaggio Paolo Borchia.

Ancor più ingarbugliata la matassa degli incastri in Avs, il partito di Fratoianni e Bonelli. Salis, Marino e Lucano risultano eletti in più circoscrizioni. Ilaria Salis deve optare tra il seggio nel Nord Ovest e quello scattato nelle Isole. A casa resterebbe uno tra Leoluca Orlando, primo dei non eletti nelle Isole, e Benedetta Scuderi, quarta nel Nord Ovest. Ignazio Marino è eletto sia al Centro che nel Nord Ovest. Anche qui si ripropone il dilemma. Chi resta a casa tra Marilena Grassadonia, seconda in lista nel Centro, e Benedetta Scuderi nel Nord Ovest? Mimmo Lucano è primo al Sud e nel Nord Est. Al sud, spera Francesco Emilio Borrelli, nel nord Est Cristina Guarda. Uno tra Guarda e Borrelli dovrebbe entrare per rappresentare la componente Verde in Europa. Giorgia Meloni e Antonio Tajani, salvo clamorose sorprese, rinunceranno al seggio in Europa. Nel Nord est in Forza Italia a spuntarla è Flavio Tosi, che ora si dimette da parlamentare.

Nel Nord Ovest, il seggio del ministro degli Esteri va a Letizia Moratti. Nelle Isole resta a casa, per ora, Caterina Chinnici. Entrano Marco Falcone ed Eddy Tamajo. Insomma, un puzzle impazzito che trascina la partita delle Europee in un infinito secondo tempo.

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