Ma lo scempio statalista non va imitato

Il fuorionda che ha visto protagonisti Attilio Fontana e Giuseppe Sala ha fatalmente sollevato polemiche.

Ma lo scempio statalista non va imitato

Il fuorionda che ha visto protagonisti Attilio Fontana e Giuseppe Sala ha fatalmente sollevato polemiche. Non sorprende che i due amministratori, pur schierati su posizioni politiche distanti, si siano trovati d'accordo nel constatare che anche nella gestione del Pnrr i soldi pubblici stanno prendendo in larga misura la strada del Mezzogiorno. In fondo anche i politici più ortodossi ammettono quel che è sotto gli occhi di tutti: a partire dal fatto che in Italia la spesa statale è principalmente indirizzata verso il Meridione.

Fontana e Sala hanno manifestato l'insoddisfazione di chi (da amministratore) vorrebbe gestire più denaro e di chi (da cittadino) non vorrebbe essere discriminato. Non è scontato, però, che essi siano pure consapevoli che questo sbilanciato intervento pubblico sia stato in larga misura all'origine del fatto che il Sud si trovi in una situazione ben peggiore di quella del Nord. Mentre gli amministratori settentrionali vorrebbero emulare i loro colleghi meridionali (moltiplicando spesa e appalti), c'è allora da domandarsi se questo sarebbe veramente nell'interesse delle famiglie e delle imprese lombarde, venete o piemontesi.

Sala e Fontana hanno detto quello che tutti sanno. Entrambi però sono inconsapevoli del fatto che i loro territori non hanno bisogno di quella cura (che nel Mezzogiorno ha prodotto disastri), ma invece di meno imposte, meno regole e meno debito, oltre che di una maggiore capacità di autogoverno.

Non c'è dubbio che la città di Milano, la Lombardia e le altre aree settentrionali hanno il diritto di provare a tutelarsi di fronte a uno Stato lontano e che le discrimina. Il superamento di tale situazione, però, non coincide con la riproduzione al Nord di quell'intreccio tra burocrati, politici e imprenditori che da decenni avvelena la vita economica del Mezzogiorno. Non abbiamo alcun bisogno della «progettualità» di Sala o di qualche altro amministratore, ma semmai di maggiori spazi per realtà imprenditoriali che rischino in proprio.

Se soltanto si capisse questo, sarebbe più facile che Nord e Sud possano trovarsi uniti dalla volontà di governarsi da sé, ridurre indebitamento e spesa pubblica, affrancarsi dall'ipoteca dello Stato e dei

politici. Quando Sala e Fontana sottolineano che si spende troppo nel Mezzogiorno e solo lì, la chiara sensazione è che essi vogliano invece una replica al Nord di quello scempio. Due errori, però, non fanno una cosa giusta.

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