Il cancelliere tedesco Olaf Scholz promette nuovi aiuti militari all'Ucraina, ma incassa dure critiche dall'opposizione e dalla stampa. Rivolto al Bundestag in seduta plenaria, il leader socialdemocratico ha annunciato la decisione di recapitare alle forze armate di Kiev quattro lanciarazzi multipli Mars II, un moderno sistema di difesa aerea e un localizzatore radar per rilevare l'artiglieria. Nelle stesse ore anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che Washington invierà all'Ucraina «sistemi missilistici avanzati» per colpire «obiettivi chiave». Parlando alla tedesca Deutsche Welle, l'analista militare Usa Frank Ledwidge dell'Università di Portsmouth, ha osservato che il doppio annuncio tedesco-americano è molto positivo per gli ucraini ma che ci vorranno forse mesi prima che le nuove armi possano essere utilizzate in combinazione.
Al Bundestag Scholz ha anche annunciato la cessione a Kiev del sistema di difesa aerea Iris-T, «il più moderno di cui la Germania dispone e che metterà l'Ucraina in grado di proteggere un'intera grande città dagli attacchi aerei russi». La consegna del radar anti-artiglieria risponde infine alle critiche di chi accusa da mesi il cancelliere di essere troppo timido nel sostenere Kiev. Al contrario, «il nostro obiettivo è che l'Ucraina sia in grado di difendersi da sola» ha spiegato Scholz, ribadendo l'auspicio che «la Russia non vinca». Invece dovrebbe affermare «spero che vinca l'Ucraina», lo ha incalzato dai banchi dell'opposizione il presidente della Cdu Friedrich Merz. Il leader moderato ha accusato Scholz di non aver preso alcuna decisione significativa. A Merz fanno gioco i ritardi già accumulati dal governo federale nel consegnare agli ucraini quanto già promesso nelle scorse settimane: Kiev, per esempio, aspetta ancora con ansia sette obici semoventi e 50 carri armati antiaerei il cui invio è stato annunciato da alcune settimane. «Ultimamente (il cancelliere, ndr) ha parlato un po' più del solito, ma continua a non dire nulla», ha dichiarato Merz velenoso.
Anche la Bild ci ha messo del suo spiegando che i panzer Ghepard non possono essere utilizzati da Kiev perché Berlino si è scordata di ordinare le munizioni per armarli. Criticata poi la recente bozza di accordo fra Scholz e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis per cui i greci fornirebbero nuovi mezzi pesanti agli ucraini ricevendo a loro volta altri panzer dai tedeschi. Kiev ci guadagnerebbe la consegna di vetusti panzer BMP-1A1 Ost (dove ost indica l'origine orientale di questi carri già in dotazione alla disciolta Ddr), vecchi di almeno 50 anni e che altri Paesi utilizzano per le esercitazioni anticarro. «Ossia per il tiro al bersaglio», conclude il tabloid tedesco.
Quelli del governo federale non sarebbero però i soli scivoloni di paesi europei nei confronti dell'Ucraina. L'ex Repubblica sovietica aggredita dalla Russia non riceverà infatti obici corazzati M109 dal Belgio. La ragione non è politica ma economica: «La negoziazione diventa molto difficile quando la controparte chiede più di dieci volte quanto ha pagato», ha scritto il media belga De Morgen riprendendo una fonte vicina alla trattativa tra il governo di Bruxelles e l'impresa fiamminga Oip, che produce gli M109. Uno stop agli aiuti militari all'Ucraina è arrivato anche dalla Svizzera.
Secondo l'emittente Srf, il governo elvetico ha negando l'autorizzazione chiesta dalla Danimarca di inviare a Kiev 20 veicoli da combattimento della fanteria Piranha III, prodotti sul suolo svizzero. In ottemperanza alla propria neutralità, Berna però non permette l'invio di materiale bellico in teatri di guerra. Nei mesi scorsi la Svizzera aveva respinto richieste analoghe spiccate dai governi tedesco e polacco.
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