Sono giorni complicati nella Gran Bretagna sospesa tra la cancellazione della gran parte delle misure di contenimento dei contagi, prevista per lunedì 19 (il cosiddetto «freedom day») e l'aumento costante dei contagi. Ieri sono stati superati i 50mila nuovi casi in 24 ore, record da gennaio (51.870), e anche i decessi sono in netto rialzo (49). Numeri che preoccupano gli stesso scienziati britannici. «Non dobbiamo sottovalutare il fatto che potremmo finire nei guai di nuovo, molto velocemente», ha avvertito giovedì il chief medical officer del governo, Chris Whitty.
Il piano di Downing Street per allentare le restrizioni anti-Covid in Inghilterra preoccupa anche gli scienziati internazionali, che ieri hanno discusso del caso Regno Unito in un convegno virtuale organizzato dagli autori di una lettera di protesta (firmata inizialmente da 122 scienziati, a cui poi se ne sono aggiunti 1.400) pubblicata dalla rivista medica The Lancet la settimana scorsa, che definiva «illogica e prematura» la scelta inglese di andare avanti con le riaperture e chiedeva al premier britannico di ritardare l'allentamento delle restrizioni. Secondo gli scienziati la linea di Boris Johnson, che di fatto si basa sul raggiungimento dell'immunità di gregge attraverso il contagio di massa, non ha basi scientifiche e addirittura rappresenta un «pericolo per il mondo». Un pericolo aumentato dai bagni di folla a Wembley per le semifinali e le finali di Euro 2020 (per un totale di 180mila spettatori) e dalle 350mila persone attese per il fine settimana a Silverstone per il gran premio di Formula 1. «Ritengo che la strategia di immunità di massa sia di fatto omicida», denuncia lo scienziato americano William Haseltine, che ha partecipato alla riunione virtuale. Londra nega di perseguire l'immunità di gregge ma ammette che le infezioni potrebbero arrivare fino a 100mila al giorno nelle prossime settimane, aggiungendo pressione sul sistema sanitario.
Va detto che il sistema di tracciamento dei contagi lavora a pieno regime. Nella prima settimana di luglio, 520.194 persone sono state contattate dal sistema sanitario nazionale e costrette a isolarsi per dieci giorni. Stesso destino per 624.000 allievi del sistema scolastico a causa di contatti con studenti positivi. Infine per telefono ed email sono state raggiunte altre 337.
000 persone che in teatri, ristoranti, sale da concerti, musei o negozi si sono trovate in prossimità di un malato. Se si considerano i 194.005 positivi identificati nell'arco della stessa settimana, si arriva a circa 1,6 milioni di cittadini in isolamento.
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