La scissione dei 5s sempre più vicina. Giuseppi pronto a farsi il partitino (all'opposizione)

È il Grillo dalle mille facce che con una mossa a sorpresa spacca la sua stessa creatura

La scissione dei 5s sempre più vicina. Giuseppi pronto a farsi il partitino (all'opposizione)

È il Grillo dalle mille facce che con una mossa a sorpresa spacca la sua stessa creatura. Beppe crea e distrugge, fa il king maker e il kamikaze, prima dà il via libera all'evoluzione nel segno di Giuseppe Conte, poi improvvisamente propizia il ritorno alle origini. Nel giorno del messaggio con cui il Garante - via Blog - si libera di Conte, il leader mai nato, le frasi degli stellati ci offrono lo spaccato del momento più difficile della storia del Movimento. Lo «shock» è il sentimento prevalente nella truppa. Un gruppone che presto potrebbe dividersi: i contiani di qua, i grillini di là. «Il trend più verosimile sembra una spaccatura in due gruppi», dice al Giornale un parlamentare al primo mandato. Alessandra Maiorino, senatrice contiana, con l'Adnkronos non esclude di poter seguire «Giuseppe» nel suo nuovo soggetto politico che tutti danno per certo. Nel bunker dell'ex premier si interrogano su chi possa cooptare l'avvocato del popolo in un nuovo piccolo partito, che potrebbe collocarsi all'opposizione di Draghi. Conte potrebbe sedurre qualche eletto al secondo mandato. Per ora Conte non parla, anche se lascia trapelare «amarezza» per la decisione di Grillo «di fare il padre padrone» e per i 4 mesi spesi a riscrivere l'ossatura del M5s che «mostra chiaramente di necessitare di passi avanti sul fronte della democrazia interna». Tutti si chiedono cosa faranno i big. Vincenzo Spadafora, Luigi Di Maio, Chiara Appendino e Stefano Buffagni potrebbero ripartire con Grillo. Dall'altro lato c'è l'incognita dei contiani. L'ex premier gode di un ampio zoccolo duro al Senato. «Ora Conte farà il suo partito e si porterà via solo qualche parlamentare», spiega chi è ottimista rispetto ai numeri della scissione. Sotto osservazione i big contiani come Stefano Patuanelli, Lucia Azzolina, Ettore Licheri, Federico D'Incà, Paola Taverna. Intanto il senatore fuoriuscito Nicola Morra dice che si candiderà per il nuovo Comitato direttivo. Le chat sono bollenti. Roberta Lombardi, grillina storica, è furiosa: «La valutazione su Conte è folle, non condivido una virgola».

La mossa di Grillo ha anche una sfumatura di coraggio incosciente. Si perché, mentre i pontieri sperano ancora in un tentativo disperato di mediazione, il comico rischia di perdere molti più parlamentari del previsto. E il nodo della questione è ancora una volta Rousseau. Un deputato molto influente, al secondo mandato, si sfoga con Il Giornale sotto la promessa dell'anonimato. «A me Conte non fa impazzire e mi considero più vicino a Beppe, ma di Rousseau io non ne voglio proprio sentire parlare, se riesumi Rousseau diventa un problema», sottolinea. Anche perché il Garante - dopo aver consultato Casaleggio - ha utilizzato di nuovo la piattaforma come una clava politica per la lotta interna. Annunciando una votazione a cui non parteciperanno i tanti attivisti contiani iscritti al M5s. Sullo sfondo c'è il tema del limite dei due mandati, ritenuto intoccabile da Casaleggio. Non è un caso che il post di Grillo sia stato accolto con più favore dagli eletti al primo mandato, anche quelli considerati più vicini a Conte. Mentre chi è al secondo mandato spera nel partito dell'avvocato di Volturara Appula per tornare in Parlamento. Così se l'intervento dell'ex premier al Tempio di Adriano è stato visto da qualcuno, nel M5s, come «un appello alla Casta», allora il rilancio del comico, con tanto di ripescaggio del patron di Rousseau, è interpretato come un tentativo di tornare alle origini. Pure il Pd è preoccupato dal richiamo all'ortodossia. Il caos grillino rischia di far saltare il banco a Napoli. «Il simbolo è di Beppe», fanno notare nel M5s. Ed è un dettaglio di non poco conto. Senza dimenticare i possibili problemi tecnici per il recupero dei dati da parte di Grillo. Rousseau aveva cominciato a cedere il database e ora deve riottenerlo dal M5s. Su questo fronte c'è chi non esclude che l'Elevato possa chiedere la procedura d'urgenza davanti al Garante. Lo stesso procedimento utilizzato dal reggente Vito Crimi per farsi dare i dati da Casaleggio un mese fa.

Tra i 5 Stelle raccontano anche che il Garante abbia avuto paura di fronte a possibili ricorsi, annunciati da alcuni eletti locali, contro la votazione dello Statuto su una piattaforma diversa da quella del guru. Decisivi i contatti tra Grillo e Casaleggio prima del Vaffa del comico a Conte. Il Movimento ricomincia dal principio.

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