Sconfessata dai pm la fonte di "Report": ha raccontato falsità

Archiviate le accuse dell'ex colonnello Riccio. Ma Ranucci lo ha utilizzato contro la famiglia La Russa

Sconfessata dai pm la fonte di "Report": ha raccontato falsità
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Si dovrebbe conoscere oggi la decisione sulla sorte processuale di Sigfrido Ranucci, direttore di Report, querelato per diffamazione da Ignazio La Russa, per il quale la Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'accusa. Ma nel frattempo arriva una notizia significativa sul conto di Michele Riccio, uno dei personaggi intervistati da Report nelle trasmissioni oggetto della querela: le due puntate del 2023 intitolate «La Russa dinasty» e dedicate a ricostruire i presunti rapporti di Antonino La Russa, padre del presidente del Senato, con ambienti legati a mafia e massoneria deviata.

A sostegno della sua ricostruzione, Report intervistava l'ex colonnello dei carabinieri Michele Riccio, che riferiva a sua volta confidenze ricevute dal mafioso Luigi Ilardo, ucciso nel 1996 a Catania, sui legami tra i La Russa e Cosa Nostra. Le dichiarazioni di Ilardo su La Russa, come quelle su Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, sarebbero finite in un rapporto di Riccio denominato «Grande Oriente» misteriosamente sparito, e sarebbero state alla base dell'uccisione di Ilardo da parte di apparati deviati dello Stato.

Una parte delle «confidenze» di Ilardo a Riccio, quelle sulla mancata cattura del boss Bernardo Provenzano a Mezzojuso, sono già state considerate inattendibili nel corso del processo al generale Mario Mori, assolto con formula piena. Ma Riccio non si è dato per vinto, e nel 2023 ha inviato un nuovo esposto alla Procura di Firenze, sempre a alla caccia dei mandanti occulti delle stragi del 1993 (con Marcello Dell'Utri tuttora iscritto nel registro degli indagati). Il fascicolo da Firenze è stato trasmesso a Catania, e qui - stando a quanto si è appreso ieri - è stato archiviato. Per il giudice, nelle nuove denunce di Riccio non c'è nulla di nuovo e di verosimile più di quello che l'ex ufficiale ha sostenuto negli scorsi anni, e che è stato ritenuto falso.

Il 29 novembre 2023, pochi giorni dopo essere stato intervistato da Report, Riccio era stato interrogato a Catania e aveva fornito affermazioni sconvolgenti, sostenendo che Ilardo era stato ammazzato perché si temeva che dalle sue rivelazioni «potessero emergere i coinvolgimenti di soggetti rilevanti, quali Berlusconi, Dell'Utri, Mannino, Andò e altri con settori deviati delle istituzioni, della massoneria, della destra eversiva e addirittura con esponenti delle Brigate Rosse. Per quello che mi disse Ilardo i contatti con gli esponenti delle Brigate Rosse passavano attraverso un magistrato, Moschella Luigi, originario di Messina ma in servizio a Torino».

Ma l'inedita teoria del triangolo Stato-Mafia-Brigate Rosse non deve avere convinto la Procura di Catania, che ha chiesto e ottenuto l'archiviazione dell'indagine scaturita dalle nuove dichiarazioni di Riccio. Che però continua a essere considerato da Report autorevole testimone d'accusa nei confronti un po' di tutti.

Nonostante che anche una fonte importante come l'ex pubblico ministero antimafia Ilda Boccassini, nel suo libro di memorie, lo avesse descritto come un «inquinatore». Riccio nel 2022 reagì annunciando una querela per diffamazione ma non risulta che la Boccsassini sia mai stata condannata.

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