Sconti e bonus, arriva il nuovo carcere

Alla Camera primo sì al decreto: pena ridotta e risarcimenti per le celle sovraffollate e limiti alla detenzione preventiva

Sconti e bonus, arriva il nuovo carcere

Roma - Risarcimenti in contanti o sconti di pena per i detenuti che subiscono trattamenti inumani. Limiti alla carcerazione preventiva. Estensione dei benefici previsti per i minori che raggiungono la maggiore età in carcere fino a 25 anni.

La Camera approva, tra le proteste dell'opposizione, il nuovo decreto carceri che passerà ora al vaglio del Senato. Un indulto mascherato per Fratelli d'Italia, Lega e Movimento 5 stelle. Un doveroso e non più rimandabile adeguamento alle norme europee o anche, più semplicemente, al rispetto dei diritti umani per chi invece lo ha votato, ovvero Pd, Ncd, Sel e Led (Migliore e gli altri fuoriusciti di Sel). Forza Italia si è astenuta.

Una pioggia di banconote finte da 8 euro lanciate dai banchi del partito di Matteo Salvini ha concluso la dichiarazione finale di voto contrario esposta da Nicola Molteni che ha accusato il governo Renzi di togliere i soldi ai pensionati mentre regala ai criminali 8 euro al giorno. A tanto infatti ammonta il risarcimento previsto dal decreto per ogni giorno di carcere trascorso in condizioni non accettabili per la dignità umana. In alternativa all'indennizzo uno sconto di pena: un giorno in meno ogni dieci passati in celle «imbottite» di prigionieri oltre i limiti imposti dall'Europa.

Il decreto è un «vergognoso svuotacarceri» pure per Edmondo Cirielli di FdI. «Anziché costruire gli istituti penitenziari o ristrutturarli, spedire gli stranieri ed i clandestini ad espiare la pena nei loro paesi di origine e riformare la vergogna della carcerazione preventiva - dice Cirielli - Renzi decide che chi è delinquente con condanne in tre gradi di giudizio non va in carcere».

Gridare allo scandalo e definire il risarcimento una «paghetta» per i criminali è grottesco ed inaccettabile per la presidente della Commissione Giustizia del Pd, Donatella Ferranti. «Il decreto risponde ad un obbligo assunto dall'Italia al comitato dei ministri del Consiglio d'Europa al fine di evitare condanne e multe salatissime - ricorda la Ferranti -. Riportiamo il carcere preventivo ad un uso corretto ed equilibrato senza intaccare minimamente le esigenze di sicurezza dei cittadini».

La Ferranti fa riferimento alla sentenza Torreggiani che condannò l'Italia per la situazione di inaccettabile sovraffollamento delle carceri, dove i detenuti hanno meno di 4 metri quadrati a testa a disposizione.

Oltre agli indennizzi nel decreto si prevede pure una limitazione del carcere preventivo. No alla custodia cautelare in caso di pena prevista non superiore ai tre anni. In quel caso potranno scattare soltanto i domiciliari. Dalla norma però restano esclusi i reati considerati di «elevata pericolosità sociale», mafia, terrorismo, rapina ed estorsione ma anche stalking e maltrattamenti consumati in famiglia. Non è ammesso in nessun caso il carcere preventivo per i processi destinati a chiudersi con la sospensione condizionale della pena. Il passaggio dal carcere ai domiciliari potrà avvenire senza scorta. Il detenuto non sarà accompagnato dalle forze dell'ordine.

Per i minori sottoposti a provvedimenti restrittivi e che raggiungono la maggiore età mentre stanno ancora espiando la pena le regole cambiano. Le norme più favorevoli vengono estese dai 21 ai 25 anni.

Potranno assumere

l'incarico di magistrati di sorveglianza anche i giudici di prima nomina ma soltanto se l'organico risulti scoperto di oltre il 20 per cento. Infine viene incrementato l'organico della polizia penitenziaria: più 204 unità.

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